Il sandalo di nefertari
Poesia. C’è solo un sandalo di questa regina egiziana
conservato nel Museo Egizio di Torino: di quello mancante nessuna notizia. È uno
spunto probabile, da cui ‘scaturiscono’ le poesie della raccolta con una
sorprendente varietà di argomenti.
Colpisce anzitutto la linearità (il nitore)
della scrittura, dovuta anche tecnicamente al carattere tipo arial
adottato: grazie agli strumenti operativi l’interazione tra impatto visivo e il
testo non è da sottovalutare. Ma la scelta lineare si riflette nello stesso
esito poetico: “consapevole che il sonno sarà lungo, senza abbagli” (2014).
Onano sfugge sia al lirismo di maniera che al realismo, peraltro difficile da
costituire, con uno stile radicalmente suo, di cui si tenta di
individuare la cifra espressiva.
C’è una parte simbolica, e perfino rituale, che
gradualmente si sostanzia, a volte riferita a una classicità – gli endecasillabi
– che ampliando gli spazi in senso ‘narrativo’ acquista un potere di
immedesimazione alquanto raro fra gli artisti. Per fare un esempio: il passo
“l’acqua dura | della roccia” sembra un’ipallage, ma ne siamo certi? La poesia
fa miracoli con la parola.
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