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Il silenzio dell’amore
Poesia. Anna Achmatova (1889-1966) era lo pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko. Una poetica della purezza eleva la parola nello spazio ideale: “Così semplice e innocente | nella quiete della sera”. In ritmi intimi spirito e natura: “e in tenere volute azzurre si alzi in volo | dal lungofiume buio” (p. 55). Pare che ogni elemento si colleghi sfiorando la darkness nella luminosità ‘apparente’: “l’alto grido del corvo nel cielo buio | perfino l’arco del sepolcro, in fondo al viale” (Inganno), penetrando nell’io con la forza dell’immagine: “Chiudi questa mia nera ferita | con il manto della notte più scura” (p. 64). In una realtà di ‘oggetti’ rarefatti dal loro stesso nome nasce la profonda suggestione, come un’ipotesi dell’essere: “e come in sogno ascolto il suono di una viola” (Camera di sera). Cos’è la poesia? forse è guidata da altra mano? “Ma la mia pagina non è ancora conclusa: | la mano ambrata della Musa, | divinamente quieta, la finirà leggera” (Isolamento).
Indispensabile lèggere la splendida introduzione di Ruffilli. Nel 1916 Prokof’ev musicò cinque canti (op. 27) della Achmatova; per Il re dagli occhi grigi (n. 5) vedi a p. 69. | |
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Recensione |
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