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Il tempo e la memoria
Poesia. I quattro interventi, in effetti saggi che
segnalano le ‘relazioni’ di Nigro con altri poeti, permettono di seguire una
traccia interna. Consideriamo un autore, Jaroslav Vrchlický, che ha
fornito tra gli altri testi a compositori come Dvorák o Janácek: qui si rileva
una “sensibilità emotiva” rintracciabile nei Canti d’amore (2011) del
Nostro, e probabilmente Al chiaro di luna è una delle liriche più
riuscite, sia per la versificazione e il nitore linguistico, che per un
‘contrasto’ fra l’immagine romantica e la sua realizzazione poetica: nasce
quindi una completezza che esalta le figure emergenti, con un fascinoso trapasso
sostenuto dalla puntuale connessione tra aggettivi e sostantivi e, in loro
mancanza, dal delinearsi del ritmo.
Questo è solo un ridotto elemento dei
contenuti: del resto si nota una presenza selettiva che lascia spazio a
ulteriori valutazioni critiche. Per un successivo esempio i tre versi iniziali
di Parte del cielo: “L’erba | tremula | sul prato” — ci pare superfluo
segnalare che l’aggettivo tremula così isolato (il verso è un bisillabo
sdrucciolo) rende appieno il suono allacciando il dato sonoro a quello visivo.
Ciò non deve farci dimenticare altre qualità della raccolta, l’idea di memoria
di Tjutčev, la purezza espressiva di Rilke e l’affinità spirituale con Hölderlin.
È un significato più esteso che si coglie: una comunione profonda nel nome e nel
senso della poesia.
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Recensione |
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