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Poesia. Le due qualità di scrittura dell’autrice si
contrappongono e si integrano: limpida e acuminata orditura linguistica; densità
dei significati. Il fine raggiunto è un sentimento di perfezione che realizza
intimamente la forma dominata dall’ispirazione. Il lessico viene utilizzato a
trecentosessanta gradi: pare non aver misteri, ma proprio il mistero sta nella
parola, nella sua capacità evocativa e trasfigurante. Ogni lirica meriterebbe
un’analisi particolare. La chiarità è raggiunta: ‘Splende la luce del mattino |
cerea pagina pura’ (Chi lascia il gioco); una castità che proviene dallo
spirito e introduce il vocabolo raffinato – Sapienza viride [mers viride:
A. Rimbaud]: natura e divinità coesistono nel pensiero. Importante il saggio in
appendice: ci fa capire il percorso della poetessa (ha anche pubblicato ricerche
di storia fin dal 1968) per arrivare al suo inimitabile stile.
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Recensione |
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