In specchi di
crepuscolo
Poesia. Nella
schiera di poeti anche con avanzate proposte formali, la Pessina si distingue
per una sua coerenza che, a prima vista, potrebbe mostrare qualche derivazione
dai futuristi, mentre in realtà le sue strutture linguistico-poetiche fanno
parte di un preciso stile.
Due elementi si presentano in modo evidente: la
verticalità testuale e la frantumazione di certi vocaboli che permette
un’analisi approfondita sulla identità semantica di una parola, in
sostanza del suo assetto costitutivo. Tutto ciò però rappresenta solo un dato
della sua poesia e avrebbe una rilevanza limitata se non fosse supportata dai
contenuti. C’è peraltro un prospetto organizzato in questa silloge, divisa in
sette parti, l’ultima (Rabbia e delusione) la più breve.
Con una
originalità inconfutabile nella lirica Rinverginare il mito il senso pare
trasferirsi da un’epoca remota all’attualità, per cui certe figure
risaltano in modo sorprendente: “la risacca | intreccia | quadrati | con
losanghe” — un mito che si riflette e illumina le cose di una luce nuova. La
poesia ha sempre avuto due aspetti: fonico e visivo. Si proceda a una lettura
attenta di ciascun testo e si vedrà come i due aspetti si congiungano in modo
pressoché perfetto. E non manca una musicalità di fondo – paragonabile alla
seconda scuola viennese – che si esplica anche con rare ma ben centrate rime.
Finalmente, è il caso di dirlo, una raccolta diversa.
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