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Saggistica. Vi sono asserzioni di filosofi che si possono
confutare. Platone: il Bello è manifestazione del Bene — la bellezza può essere
accompagnata dal male. Kant: il Bello è ciò che piace universalmente — il
concetto invece cambia da cultura a cultura e perfino da individuo a individuo.
Cercare quindi un assoluto è impresa quanto mai ardua. Scarselli affronta
in modo opportuno questa materia così mutevole, che si è cercato invano di
definire. Ogni categoria deve sottostare a interpretazioni che differiscono tra
l’oggetto esaminato e l’osservatore. Scrive l’autore: ‘A nessuno dunque
interessa il Vero, ma solo la bellezza’ (p. 28); se allora la bellezza
non è necessariamente vera e la verità implica un principio etico, la
bellezza rischia di diventare immorale. E a p. 31: ‘L’Uomo non cerca dunque
il Vero, ma il Bello’. In conclusione: i canoni di bellezza e di
ordine finiscono per divenire forme mentali, diverse dalla fisicità che
ha elementi più complessi. Se il Bello è precostituito, viene a mancare la
libertà; se non lo è, è per forza relativo. Scarselli ha condotto la sua
indagine con intelligenza e, in qualità di poeta, con sensibilità.
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Recensione |
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