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Inquiete
indolenze
Antologia. Le
raccolte antologiche hanno subìto nel tempo una diminuzione, forse perché gli
autori in genere preferiscono pubblicazioni personali, ma un’antologia è un
importante punto di raccordo tra autori – in questo caso poeti – qualunque sia
il loro stile, purché adeguatamente selezionati.
Qui il lettore troverà una
qualità indubitabile: diciotto poeti che mostrano di possedere non solo
curricula di tutto rispetto, ma personalità ben definite. Ovviamente non è
possibile dare di ognuno in questa sede un parere critico. Oltre a una
introduzione puntuale e attentamente impostata, di ciascuno sono riportati una
nota biografica e un commento che aiutano a comprendere le peculiarità dei
singoli autori. Dovendo osservare una linea generale, c’è la tendenza
all’essenzialità, pure nei testi più estesi (per esempio quelli di Marco Furia),
e una volontà di scrittura che realizza esiti di notevole spessore.
Citiamo – senza nulla togliere agli altri – la lirica Al buio, lasciando
ai lettori il compito di individuarla: si noti come essa si sviluppi
verticalmente con sempre nuove invenzioni sorrette dalla logica della
lingua. Un giudizio sintetico per ogni autore appare nella quarta di copertina.
Ecco i diciotto poeti: Giovanni Baldaccini, Franco Celenza, Bruno Conte,
Antonino Contiliano, Gianluca Di Stefano, Edith de Hody Dzieduszycka, Marco
Furia, Maria Lenti, Loris Maria Marchetti, Dario Pasero, Antòn Pasterius, Pietro
Salmoiraghi, Italo Scotti, Antonio Spagnuolo, Liliana Ugolini, Silvia Venuti,
Vinicio Verzieri, Giuseppe Vetromile.
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Recensione |
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