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La notte bianca. Le poesie di Živago
Poesia. L’ampia introduzione permette di conoscere vita e
opere dell’autore. “La versione delle poesie è quella della pubblicazione nella
rivista Znamja dell’aprile 1954.” In qualche caso appaiono in italiano
delle rime. Celebre per il suo romanzo Il dottor Živago (anche in
versione cinematografica), Pasternak nei primi anni del Novecento (era nato nel
1890) si dedicò alla musica e di recente sono state edite alcune composizioni
per pianoforte, tra cui una sonata.
Conobbe sia Skrjabin che Rachmaninov, più
influenzato dal primo, di cui apprezzava le tre sonate centrali (terza, quarta e
quinta): forse non poteva farlo con le ultime, troppo ermetiche e nate da un
clima mistico. Dovendo quindi fare un paragone tra il suono e la parola, le sue
poesie ci sembrano più vicine a Rachmaninov. Viene spontaneo il raffronto tra la
narrativa e la poesia. Nel romanzo egli afferma di aver creato un testo
“classicamente puro”, concetto che si potrebbe riferire al suo stile in senso
generale. C’è nei suoi versi la presenza della natura, e pur nelle difficoltà di
una traduzione (e traslitterazione) che in pratica annulla i valori fonetici
originali, ciò che alla fine conta è il senso in cui si realizza l’evento
poetico. La natura si personifica più che umanizzarsi, e l’amore, che ne è in
fondo il corollario, viene esemplificato nelle Tre variazioni: “Amano
tutti senza rendersene conto”.
La stessa vita sentimentale di Pasternak fu
piuttosto ‘articolata’ a dimostrazione che egli seguiva un impulso vitale. Si
cerca perciò di ritrovare quelle emozioni nelle liriche, certamente non
retoriche (il giudizio su Majakovskji è illuminante), e non va sottovalutata la
religiosità di alcuni testi, senza forzature ma con una eleganza che sembra
riprodurre, almeno nelle intenzioni, la semplicità ‘evangelica’, come in
Miracolo, dove però il verso si eleva spesso in modo solenne per quanto
riferito a un episodio – il fico sterile – piuttosto problematico. Malgrado la
loro qualità le poesie, forse per l’implicita musicalità, non hanno mai
particolarmente ispirato i musicisti. Punto centrale della sua produzione rimane
comunque il romanzo, pubblicato in Italia dalla Feltrinelli nel 1957: com’è
noto, Il dottor Živago fu osteggiato in patria e Pasternak dovette
rifiutare il Premio Nobel, ma, per dirla con Terenziano, “habent sua fata
libelli”.
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Recensione |
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