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Prosa. Antonin Artaud (Marsiglia, 1896 - Ivry-sur-Seine,
1948) è noto per il suo ‘teatro della crudeltà’. Un autore che si potrebbe
definire geniale. Sono sufficienti queste prose, più o meno in forma di racconto
o narrazione. Per il tipo di scrittura: ‘Il sorvegliante di collegio
dagli occhiali azzurri’. Per la riproposizione personalizzata: ‘La stupefacente
avventura del povero musicista’. Sia ‘Il villaggio dei lama morti’ che ‘La razza
degli uomini perduti’ sono da considerare articoli. Ma le pagine più originali
vengono dai Quaderni, che riguardano la fase finale della sua vita,
quando lo scrittore è fisicamente invecchiato, colpito tra l’altro da un cancro
che gli procure emorragie intestinali. Pagine, come annota il curatore,
disarticolate e frante, ma proprio per questa loro caratteristica ci fanno
capire che si va oltre la semplice letteratura, per quello spazio dove si
fissano il dolore e l’impotenza della condizione umana.
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Recensione |
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