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La rivincita di Tommy. Una storia di bullismo omofobico
Narrativa. Una
storia d’ambiente scolastico ove già affiorano le tendenze individuali
determinate dalla natura (Marco Aurelio nelle sue memorie riteneva che di ogni
cosa ci si deve chiedere qual è la sua natura), dall’educazione, dal particolare
clima socio-culturale: elementi che nel loro insieme possono condizionare anche
le scelte.
La vicenda di Tommy è emblematica. Se l’APA (American Psychiatric
Association) non considera più l’omosessualità come disturbo mentale, resta
sempre la domanda: qual è la causa di questo discostarsi da una funzione, quella
sessuale, che sembra predisposta alla continuità della specie? Tuttavia è
innegabile che in una persona eterosessuale possano affiorare pulsioni diverse;
in sostanza: un soggetto maschile può contenere tendenze femminili, e viceversa.
Il romanzo, di uno stile fluido e immediato, affronta in modo delicato la
questione, ossia non solo di Tommy – che ama gli eroi tipo x-man e quindi
diversi, finendo per divenire lui stesso un autentico eroe – ma pure di
altri personaggi, come Stella. Il bullismo è un problema, sia o no omofobico, ed
è segno di immaturità se non di preconcetta intolleranza.
Chi ha una certa età
ricorderà nel primo dopoguerra bande di ragazzi che presidiavano una via o una
zona per un desiderio di appartenenza e possesso, proprio all’opposto dell’idea
aperta sul principio che tutti siamo diversi: sappiamo già dove portano
certe aberranti teorie. Dunque il problema è anzitutto culturale, pur dovendo
considerare il margine dell’istinto e del carattere dei singoli individui. Il
romanzo della Florio – scrittrice e giornalista impegnata sul fronte delle
“realtà discriminate” – a ben vedere possiede una capacità educativa; in
appendice riporta inoltre una scheda informativa sull’omosessualità, definendo
la tipologia del bullo, erede di certo maschilismo di dittatoriale memoria.
Tutt’altro che banale o acerba la poesia di Tommy (cap. II).
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Recensione |
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