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Le metamorfosi
del cuore
Poesia. “Il
cuore ha ragioni che la ragione non conosce” (B. Pascal). Scrivere poesie
d’amore è un azzardo, considerando gli innumerevoli autori che han cantato
l’amore in tutte le sue forme, prova che però Sato ha superato brillantemente
riuscendo, in una cospicua raccolta, a dirci qualcosa di nuovo, di personale
certo ma anche in un linguaggio che rispecchia la forza universale di questo
sentimento.
E le novità ci sono, anzi, in diversi casi la poesia si innalza
praoprio in virtù del tema trattato. Con la scrittura l’amore – supponiamo tra
uomo e donna – può disincarnarsi e assumere ogni volta quei particolari risvolti
che ne costituiscono tutto il fascino. “O grigio | bellissimo grigio | che
nascondi l’azzurro” scrive il poeta (p. 25) pensando che non di rado si verifica
il contrario. Ma qui dobbiamo valutare lo spirito poetico, che si svolge
comunque in una dimensione diversa, quasi non reale. La costante amore
penetra ciascun testo, e strofa, e verso: “quello che conta è il cielo | che si
legge | negli occhi di chi ama” (p. 58), e affiora un senso remoto, antico: “Qui
sotto il velo | fra le riviere d’occhi lontani” (p. 61).
Ci vuol poco a capire
con quale eleganza, purezza di linee e spesso peculiari metafore, l’autore
riesca a emozionarci. La trasparenza del segno coinvolge i singoli elementi, per
esempio la rosa, ora mistica e ora dotata di una sua fisicità.
All’insieme poi concorre un principio filosofico che suscita folgorazioni
liriche: “La notte è un corallo” (p. 127). Se l’amore si prefigura come enigma
destinato a sparire, resterà comunque la parola a testimoniarlo.
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Recensione |
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