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L’enigma in scena

Narrativa. A volte ci si chiede come distinguere lo stile di un autore: nel caso della Benagiano ciò risulta superfluo, essendo il suo uno stile personalissimo che si potrebbe distinguere anche tra mille altri.

Questa particolarità nasce intanto dalla fantasia, una qualità oggi non proprio comune, e inoltre da una capacità di scrittura che mostra l’estrema mobilità del linguaggio e il suo adattarsi non solo alle tematiche espresse, ma a una società in continuo movimento. Ne consegue però il senso unitario della proposta, quei caratteri che cercano di metterci nella condizione di vedere quel che spesso ci sfugge. Nel racconto Pausa, per esempio, la soluzione si attua attraverso il dialogo. Tra i punti essenziali in esame, la tecnologia.

È ovvio che non si demonizza il progresso, ma l’uso che se ne fa. E il sistema burocratico certamente non aiuta a risolvere i problemi. Un altro elemento è la brama di possesso (Deficit) che conduce non di rado a esiti nefasti. Spesso in questi racconti cede la copertura fantascientifica per mostrare la realtà.

Né mancano momenti poetici che s’incrociano con la metafora, come il seguente: “le mani guardano il flauto incatenato in fondo alla sua anima” (Primo passo). Un libro quindi che si presta alla doppia lettura di stile e contenuto.

Recensione
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