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Lo stato cristiano e le funzioni del re e del sacerdote

Saggistica. Su un saggio la critica si pone come excursus che sia nel contempo una verifica del punto di vista: in questo caso si deve partire da ciò che l’autore prospetta: “Lo scopo del presente saggio è la confutazione del titolo di sovrano del papa”.

Nella prima parte la questione tra i due poteri, temporale e spirituale, si riferisce all’Antico Testamento, ma se la sovranità appartiene al popolo, si istituisce il binomio Dio e popolo, e un ben noto proverbio pare confermarlo; la distinzione dei ruoli, per le ovvie ingerenze dovute a tempi e personaggi, non appare delimitata. Tuttavia il fatto che la religione impone dei doveri (per esempio i dieci comandamenti) significa anche una regolazione civile. Nel Nuovo Testamento (parte II) certe parabole sembrano incomprensibili o non giuste: non possiamo dimenticare che le vie di Dio non sono le nostre (Isaia). Con la terza parte si arriva al nocciolo della questione tra i due poteri: l’uguaglianza implicita nel messaggio evangelico si trasforma poi in ‘piramide’ di certo non per intervento divino ma umano, fino a innestarsi nella politica in modo da unire i due poteri in una sola persona od organismo.

L’asserzione “che il male è connaturato nell’uomo” (p. 53) può apparire pessimistica, ma in realtà ci fornisce strumenti adeguati per poterlo sconfiggere.

Recensione
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