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Magia di attese
Poesia. Una snella raccolta e anche indirizzata a un tema
‘familiare’ riesce, come in questo caso, a darci la misura di un’autrice che
senza tradire il carattere fondamentale del suo stile è in grado di rinnovare in
un territorio linguistico sempre più raffinato i valori espressivi e formali.
Prese una a una, le liriche mostrano una densità di linguaggio che deriva dalla
capacità di ogni singola parola di ‘riverberarsi’ e da unità semantiche secondo
l’uso tecnico del trattino, sicché nel breve giro di un verso si viene a
conoscenza di una quantità di informazioni che compendiano e definiscono il
soggetto: “magistra-fanciulla-corista”.
È stato già notato in sede critica che
questo “universo emozionale” non cade mai nella leziosaggine mantenendo la piena
facoltà di una scrittura lucida e cristallina, diciamo anzitutto creativa
in quanto la parte figurale si estende all’interno del significato e lo esalta
al massimo grado. Ma, volendo scrutare sino in fondo la magia implicita
nell’autenticità dei sentimenti, si rileva inoltre una profondità su due piani:
quello intimo degli affetti e quello proiettato in direzione cosmica o
metafisica: è davvero uno “scrigno verbale” che schiude le sue meraviglie e nel
contempo ci fa partecipi di una realtà superiore concretizzata nell’armonia del
mondo. Una poesia che si libra su “ali d’ardore e fantasia” e traduce la nostra
umanità e il nostro essere perituri in un “domestico cielo” in cui ogni cosa
perduta potrà ritrovarsi.
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Recensione |
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