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Medioevo
Poesia. Una cartella di grande formato 31x43 cm
comprendente, oltre alle due tavole di Paganelli, due poemetti: Neve alle
Moiane e La tempesta di Moriano. L’ambientazione e i fatti (il primo
ricavato da una leggenda) sono tipicamente medievali, oseremmo dire anche per il
verso adottato, l’ottonario, il cui ritmo, in genere trocaico, appartiene al
‘passaggio’ fra la metrica tardo latina e quella moderna, cioè qualitativa.
Com’è affermato nel Pre-testo l’ottonario ricorda il ‘Corriere dei Piccoli’, ma
si ritrova, fra i vari poeti, nel Carducci de La leggenda di Teodorico,
con certe affinità di immagini, per esempio in Onano “Alto il sole a mezzo il
giorno” — cfr. la citata composizione carducciana v. 2. Ovviamente
l’accentazione in prima sillaba è spesso attenuata e si registrano casi come nel
verso “Introibo!, parla greve” che prefigura una dieresi d’eccezione, o
“così parla, chiaro e forte” con accenti ribattuti in seconda e terza sede, o
anomalo “Così che l’oste di Enrico”.
Onano sa utilizzare il soggetto con una
linearità esemplare e nel tempo stesso adeguare allo schema metrico il tessuto
narrativo, in cui non più la inventio domina, ma in particolare la
narratio. Con ciò non vanno disattesi i contenuti, e non si tratta di una
pur abile ‘imitazione’ dello stile antico: l’autore al contrario realizza
excursus linguistico-temporali con la poliedrica capacità di intuire sotto il
profilo ‘psicologico’ ciò che si racchiude nella tematica.
Per le due notevoli
tavole di Paganelli: la nota introduttiva le considera opere di ‘genio’, termine
da interpretare secondo una visione individuale nel significato originario di
tutela delle potenzialità artistiche di ciascuno.
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Recensione |
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