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Poesia-Teatro. Nell’affrontare i testi su carta
(paragoniamo lo spartito a chi lo realizza) va tenuto conto dell’aspetto
teatrale o ‘cerimoniale’ — quindi una funzione, ma non finalità, che è
piuttosto nei contenuti. Così la rivisitazione del Mito nella Ugolini (Circe):
‘Son donna-giunco, | lieve nel fine obliquo che condivide pienezze’ — quindi
poesia nel pieno significato del termine. Diversa l’impostazione della
Primavera, che parla per pezzi di sé (cfr. p. 33) con intento ancor più
sperimentale: ‘Come lupa in lentezza divorata, il mio dentro | urlava un sangue’
(La bambola). In ambedue i casi la possibilità rappresentativa. Oltre
alle autrici e alla curatrice fanno parte del gruppo di lavoro Cerimonie
crudeli: Giusi Merli, Alessandra Jane, Claudio Notarstefano, Gabriele Termine e Gianluca Venier.
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Recensione |
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