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Poesia. Facendo un parallelo tra lingua e dialetto (in
questo caso del Trentino) si notano strane analogie o diversità. Per esempio
ombrìa (ombra) trova il corrispettivo italiano di luogo ombroso od ombra
lieve e diffusa: ma in altri casi i vocaboli coincidono o si separano
radicalmente. Poesia è sempre poesia, in qualsiasi lingua o dialetto che dir si
voglia: lo dimostrano le liriche dell’autrice, a volte in forma di sonetto: la
metrica segue quella accentativa: ‘Sta sinfonia d’autun entrà le ombrìe’ (Sinfonia).
La traduzione in lingua fa perdere un poco della spontaneità originaria, ma non
sempre: betulle (bedòle) o streghe (strìe). C’è un senso di magico
e di antico proprio in queste strìe, quel mondo che sembra inaccessibile
all’uomo moderno, ma che conserva tutto il suo fascino a chi lo sa penetrare
anche attraverso la parola.
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Recensione |
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