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Oriana Fallaci.
    Amore, vita e morte nelle sue opere

 

Saggistica. Più che mirare a una puntigliosa e ‘filologica’ biografia, la Corsalini, con quello stile limpido e immediato che le riconosciamo, segue l’iter umano – e ovviamente anche bibliografico – della Fallaci, giornalista e scrittrice le cui opere, come Lettera a un bambino mai nato (1975) o Insciallah (1990) hanno raggiunto una notorietà non solo ‘storica’, ma letteraria, in quanto ancora seguite dai lettori e conosciute pure dai profani. La Fallaci, a differenza di certi giornalisti-scrittori, pone un’attenzione alla scrittura (p. 22) tecnicamente definibile come acribia, che però non si perde in preziosismi, ma è posta al servizio della comunicazione (tratti che ritroviamo, forse per affinità, nella Corsalini). L’orrore per la morte è testimoniato in prima persona: si veda la corrispondenza dal Vietnam, e così le atrocità delle guerre, o la macabra fantasia di taluni sedicenti esseri umani che infliggono sofferenze al prossimo (cfr. p. 164 e ss.). Un libro che si legge come un romanzo e ci mostra in ogni suo aspetto un’autrice i cui scritti rappresentano la coscienza civile del nostro tempo.

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