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Quell’ignobile
gesto di un tiro di schioppo
Poesia. Con la
sua prospettiva formale l’autore dimostra coerenza per una scelta di scrittura
sovente tesa a definire in strofe circoscritte (per esempio la terzina) il
proprio discorso poetico. Ci introduce anzitutto a una dimensione religiosa che
non prevarica l’esito strettamente linguistico e creativo.
Anche le rime, che a
tratti si segnalano, rappresentano uno degli aspetti fonetici di cui è ricco il
linguaggio, trasportandolo oltre la singola cellula (Impressionismo
taurinense) e costituendo, tra l’altro, interazione con altri poeti, come
Laura Pierdicchi, se consideriamo che ciascun testo ha un riferimento anteposto.
Ma questo non influenza il nostro poeta, dotato ormai di una solida personalità,
semmai amplia il tessuto semantico situandolo in un’area individuale ben
definita.
A volte si assiste a spunti ironici, oppure la trama del discorso si
assottiglia, cercando di percepire le varie sfumature del significato, fino a un
sapiente trascolorare di sensazioni: “Vieni | al soffice lume | della vergine
luna” (Sorella notte). L’intento potrebbe risultare diaristico in quanto
ogni singola lirica è indicata con luogo e data.
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Recensione |
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