| |
Questo è tutto
Narrativa. Un romanzo in cui i personaggi (pochi) tessono
dialoghi, tentando di comunicare anche se “nessuno di noi sa comunicare con gli
altri” (p. 16). Si pone attenzione al dettaglio, specie con la fisicità
in senso lato, per scoprire alla fine che ogni moto dell’animo, anzitutto
l’amore, presenta un rovescio di medaglia, fino alla distruzione: in pratica,
ogni cosa contiene in sé il proprio contrario. Se il peso dei dialoghi è
sostenuto da Percival e Philip (con una coscienza critica fuori campo), non di
rado il fulcro del dilemma è rappresentato da Shirley e il relativo rapporto
sentimentale.
Poi appare un quarto elemento di supporto. In una trama talvolta
poetica come descrizione, si vorrebbe capire la realtà, che in genere
viene interpretata: ciò riguarda il “mistero dell’essere” (p. 131) in una
prospettiva psicologica che propone l’ordine e le leggi, ma tende a non
rispettarle. Ci si aggrappa all’arte, che, dopo aver illuminato, delude. Il
passo evangelico sulle tentazioni citato a p. 72 (Luca 4:5-6) rende ipotizzabile
che i regni terreni siano nel potere del maligno.
| |
 |
Recensione |
|