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Poesia. rόδον,
[rosa] “La rosa è una rosa” (G. Stein) — in una dimensione
lirico-costruttiva va vista anche questa nuova raccolta della poetessa padovana.
Si può star certi che ogni sua pagina è una scoperta, una novità, consapevoli di
trovarci all’interno di un percorso linguistico e creativo in cui fonicità e
bellezza rappresentano più un luogo ideale che reale. Infatti la biologia, lo
stretto vincolo con la materia assoluta ‘despiritualizzata’ si trova al polo
opposito, sicché si deve giudicare dalle ‘apparenze’ come intendeva O. Wilde,
che poi tali non sono, piuttosto interfaccia tra l’io e il mondo. L’uso di
termini arcaicizzanti – vedi l’ossimoro di ‘bianco buiore’ (Pettirossi
III,1) e cfr. Far. I,13 – o di tratti onomaturgici, caratterizzano singolari
strutture sintattiche, eventi di trascendente purezza. La inventio che
precede la elocutio mantiene la sempre limpida linea del pensiero che
segue per ricchezza formale ed espressiva l’intimo flumen incorporeo
delle cose, in ‘fuochi visionari’ (Nel disvelo) intrisi di spirito e
natura.
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Recensione |
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