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Solitudini
Narrativa. Questi tredici racconti si svolgono in un arco temporale – parte del novecento e il primo duemila – sul cui sfondo si profila la Storia: già da Il balcone del sorriso situato tra la fine degli anni trenta e il 1940. E nel successivo la guerra e relative conseguenze. Si arriva quindi ai giorni nostri con uno scottante tema di attualità: il femminicidio. Che vi sia qualcosa di autobiografico nelle narrazioni può essere. Da considerare in modo particolare lo stile dell’autrice. Una scrittura raffinata, densa di risonanze, originale nelle costruzioni sintattiche. Per esempio l’incipit de La rapina (che porta un inciso da V. Parisi): “Lì... senza vita! Una polla di sangue all’emitorace sinistro chiazzava di rubino il cappottino bluette.” (p. 49). Sul lessico si vedano ess. a p. 64 o 68, e nello specifico il racconto più breve – una sola pagina – “In caverna con arma virumque cano” di dirompente fantasia linguistica e interpuntiva.
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Recensione |
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