| |
Testimonio
eternamente errante. La simbologia biblica nel primo e nell’ultimo Veniero
Scarselli
Saggistica. Chi
ha conosciuto Veniero Scarselli di persona o per via epistolare troverà nel
saggio di Onano diverse conferme su un autore piuttosto singolare. Un percorso
che si snoda nel tempo attraverso opere di indubbia originalità, e per la
struttura semantica (versi che non sembrano versi) e per il tema, non di rado
‘impressionante’.
Che vi sia una simbologia di carattere religioso nella sua
opera è evidente: ciò che colpisce è la particolare collocazione che questa
simbologia assume nel contesto, fino ad apparire un ‘oltremondo’ particolarmente
sconvolgente nei suoi esiti formali, per non dire fisici. Se Onano ha
‘peccato’ di amicizia, non è male: anzi, proprio l’amico vede quel che altri
critici, cosiddetti oggettivi, non vedono, e questo perché la poesia
segue non di rado coordinate diverse dalla logica.
Ci è venuto sempre da pensare
sulla tendenza biologica di Scarselli, qui sottoposto all’amico
psichiatra. Conta qualcosa se una produzione poetica dice il vero o il falso?
C’è una lettera di Gemma a Onano (Da Pratovecchio 20/09/2015) che ci pare
significativa, in quanto vede con occhio ‘disimpegnato’ la figura del poeta: “Io
non ho mai capito la vera natura della sua ricerca di Dio, se fosse stata una
finzione letteraria ben riuscita, o se in fondo ci credesse veramente a ciò che
ha scritto.” Le parole spesso sono fantasmi che non dovrebbero abbandonare chi
le ha scritte.
| |
 |
Recensione |
|