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Venezia e i Turchi

Saggistica. Ancor oggi, dopo che la Turchia ha avuto una cauta democratizzazione, c’è chi guarda con sospetto questa nazione, forse essendo storicamente memore delle atrocità che furono compiute nel passato. Che la Serenissima sia stata un faro di civiltà non c’è dubbio, ma non sempre disposta a perdonare.

Nel 1472, avendo un sultano segato in due il capitano Paolo Erizzo, i veneziani attaccarono la città di Smirne, la misero a ferro e fuoco, e massacrarono persino donne e bambini. Le ostilità e le efferatezze tra Venezia e i Turchi non si contano, e culminarono nell’orribile supplizio inflitto a Marcantonio Bragadin. Malgrado tutto questo i Turchi potevano avere a Venezia un propria sede o venir ospitati da privati: forse ai veneziani interessavano più gli affari che le beghe politiche se non diventavano fonte di discordia o di conquista.

Va ricordato che in un certo periodo il veneziano era diventato una lingua internazionale, specialmente negli scambi commerciali, accogliendo tuttavia anche termini greci o arabi. Un capitolo riguarda le cortigiane a Venezia, città che a quanto pare addirittura le incentivava; una delle più famose fu Veronica Franco (1546-1591): si vede in un suo probabile ritratto mentre mostra il seno. Un volume che, oltre a costituire una gradevole lettura, è arricchito da numerose riproduzioni a colori.

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