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Giovanni Sato, padovano, specialista in oftalmologia, e responsabile del
Centro Regionale Specializzato nella Riabilitazione Visiva dell'Ipovisione in età adulta. Oltre che alla poesia, si dedica alla fotografia e alla musica. Fa
parte dell'organico (Consiglio) del Gruppo letterario Formica Nera.
La sua specializzazione trova riscontro nel titolo di questa raccolta: la
luce, con le sue variazioni, in opposizione all'oscurità. L'autore già aveva
esordito nel 1995 con Intonazioni (e qui il titolo e musicale), proseguendo poi
su una linea stilistica che — fra tradizione e innovazione — trova un equilibrio espressivo spesso ammirevole. Infatti, a versi regolati
quali i settenari giambici di “Chiesa di sabbia” fanno riscontro i versi liberi de
“La strada di notte” — tanto per fornire due esempi.
La qualità estetica emerge in più punti, con un'eleganza che non è soltanto
formale, ma sa arricchire il contesto verbale, facendone scaturire momenti di
lirismo, come in quelle composizioni che vanno sotto il nome di “Diario d'acqua”; le immagini colgono la bellezza visiva del Creato e, ancor più, la sua
sostanza spirituale.
Numerose poi le tematiche toccate: religiosità, sentimenti, impegno
umanitario: per ognuna il poeta ha saputo descriverne, senza eccessi ma con
delicato sentire, l'intima realtà.
Completano il volume — sobrio e rigoroso anche per la veste editoriale — gli
appropriati disegni del padre Luigino Sato, integrazione che ha carattere
creativo e fornisce un'ulteriore prospettiva dei fenomeni d'arte, i quali
colgono ciò che l'occhio comune non scorge: sta al poeta `indagare' la realtà
e farsi veggente (A. Rimbaud) per sfuggire alla precarietà del tempo e delle
cose e ricollegarsi alla stessa origine del Verbo.
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Recensione |
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