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L'armonia dei versi di Anna Maria Guidi è il leit-motiv che accompagna le
quattro stagioni della vita in cui è suddivisa la silloge e, al tempo stesso, il
componimento poetico fa da sottofondo alle personali riflessioni dell'autrice.
Le parole della Guidi, intense e misteriose, nascono dal profondo dell'anima,
dove albergano le emozioni di un'esistenza intera che, seppur trascorse,
appaiono nitide ancora nel presente, forti ed attuali più che mai.
Quali sono gli "incontri" di cui ci parla l'autrice? Gli incontri sono fatti
di parole, ma anche di pensieri e di sensazioni che scorrono fra l'infanzia,
l'adolescenza, l'età adulta e la maturità e che ancora crescono nei lunghi
silenzi, ricchi di luce, durante i quali realmente si è capaci di ascoltare.
L'incontro è l'ascolto ed il confronto quotidiano fra l'autrice e gli altri, il
punto di contatto che si instaura fra il proprio io e l'esterno. E la Guidi
lascia a tutti la possibilità di impersonarsi e di interpretare le sue parole
presentando i "personaggi ed interpreti" della silloge: "Tutti quelli che mente
sgombra e sensi pronti, in intima coerenza, | nella mutevolezza del divenire,
consentono di incontrare, fuori e | dentro di sé".
Lo stile di Anna Maria Guidi si abbandona a giochi grafici, usando
espressioni che ruotano e sorprendono fino a ricomporsi soavi in un quadro
finale come se si staccassero da una girandola vorticosa e si adagiassero
lentamente una dopo 1'altra (vedi L'amaca e Alveare di stelle).
I pensieri, i silenzi dell'autrice nascono dall'intimo e si aprono agli altri
per trasformarsi in poesia e conoscenza di sé stessi e del mondo circostante. Il
passato resta in noi, attualizzandosi nel presente attraverso gli
incontri-confronto e quell'amabile silenzio che genera ascolto, conoscenza ed
amore.
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Recensione |
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