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Dice Goethe nelle “Memorie”: ”La poesia è un vangelo umano che, infondendoci
una serenità interiore, alleggerisce il peso dei terrestri fardelli che ci
opprime”. Scorrendo le composizioni di Tiralongo ci si accorge che i valori di
verità rappresentano la parte più importante della sua ricerca intellettuale
pervasa da una profonda umanità e da una salda fede cristiana. Il risultato di
questa intensa spiritualità e del suo grande bisogno d’amore sono le poesie
dedicate ai suoi amici artisti, gli interlocutori a cui rivolge le sue istanze
di uomo alla ricerca di una beatitudine interiore e dell’ umana felicità. E’ la
semplicità, la sincerità, l’innocenza dell’espressione, le usuali e spontanee
parole rivolte agli amici “di ieri e di oggi, | alcuni non presenti | in questa
nostra vita…”, lo stile colloquiale a commuovere il lettore facendogli provare
le stesse emozioni che ispirarono il poeta. Amicizia e memoria sono i temi
privilegiati da Tiralongo.
Le “due scarpette di raso firmate | appese su un’applique, | piccolo museo
di casa Luciano | un ricordo di un’amica ballerina” ci dànno il senso
dell’affetto che ha legato Carla Fracci e Luciano Beretta grazie alla sublimità
dell’amicizia scaturita dall’arte. Consolante il valore che assume la memoria
quando il tempo inesorabilmente strappa al nostro affetto le persone care dando
luogo ad una malinconia che si tinge di dolcezza: “Ma lassù, c’è il Meneghino
Luciano, | che ci guarda sorridendo | dal cielo di Milano | e con la sua mano
gentile, | saluta gli amici: | Elide, Alberta e Antonio”. Sostanziale il valore
dell’amicizia fraterna che illuminerà indefinitamente il cammino della sua
esistenza| e che gli fa dire riferendosi all’amico Mino Reitano: “Io non ho mai
scordato la tua amicizia, | così anche il tuo affetto, | l’amore dei tuoi
genitori. | … amicizia | sincera, umana, | amicizia pura e nostrana, | nata dal
profondo del cuore”, o all’ amico Gianni Morandi: “Io che ho sofferto | tanto |
è bastata una tua telefonata | ed è cambiata la mia vita”, o all’amico Maurizio
Vandelli: “L’incontro al Malibù | con l’amico| Maurizio | … | qui nella mia
terra, | proprio a Siracusa… | vorrei dirti tante cose, | ti sorrido, un sorriso
| diretto al celebre amico”. Parole che vanno dritte al cuore, che elevano, che
purificano e rendono migliori. Altrove si avverte tutto il turbamento per la
disumana indifferenza e la ferocia che imbrattano il mondo: “I mostri rimangono
presenti, | ma osservano dietro le quinte, | il rimorso per loro non esiste, |
hanno cuori indifferenti, | che ridono delle disgrazie | della povera gente”.
La poesia di Antonio Tiralongo non ha velleità letterarie, con tutte le
implicazioni che comporta l’appartenenza a questa o a quella corrente di
pensiero, di stile e di strutturazione del linguaggio, ma è un mezzo per
comunicare le sue emozioni, i suoi sentimenti, il suo amore per le cose eccelse
e i valori della vita, strumento di lotta contro la malvagità e le brutture del
mondo: “La vita è lottare con i versi, | per la pace nel mondo | e la serenità
dei popoli | che subiscono violenze e fame”. | |
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Recensione |
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