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Prefazione a
Scintille di vita
di Antonio Tiralongo

la Scheda del libro

Pietro Nigro

Dopo la pubblicazione dal 1977 al 1990, in collettanea o no, di alcune raccolte di poesie (Uomo I e II, Tutti Uniti, Dedicate a Quasimodo, Il Principe Antonio De Curtis, “29 Settembre” Ricordo dell’Equipe 84), Antonio Tiralongo nel 2003 pubblica la raccolta di poesie “Versi graffiati dall’anima” e nel 2005 la raccolta “Io, gli amici-artisti e tanta poesia”.

Dal luglio 2008 avvia la pubblicazione di memorie il cui primo titolo sarà “I miei amici artisti, Memorie e testimonianze” e in seguito nel maggio 2010 “Il mio amico Mino Reitano, Cantava con i Beatles e non lo sapeva”. Ambedue i libri sono arricchiti da un congruo numero di foto.

A distanza di quattro anni dall’ultima pubblicazione Tiralongo ci offre con “Scintille di vita” un condensato di vita che rievoca la sua vicenda umana dagli anni vissuti vicino ai suoi genitori e alle due sorelle, il trasferimento al Nord, la frequentazione e il lavoro con Mino Reitano durante le sue tournée, l’amicizia con i più importanti cantanti del tempo, alcuni dei quali ancora sulla cresta dell’onda. Poi l’arruolamento in polizia, il matrimonio e la nascita delle due figlie fino alle vicende attuali, tristi e gioiose: la morte dell’amico fraterno Mino Reitano e la nascita della nipotina Iris. E poi alcuni incontri con suoi cari amici, dal vescovo emerito di Noto Mons. Giuseppe Malandrino al compianto Lucio Dalla, da Mons. Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di Papa Giovanni XXIII ad Attilio Romita caposervizio del TG1, a Giuliano Cederle, voce solista del gruppo ” I Notturni”, a Donatello.

Introduce la narrazione di memorie una poesia dallo stesso titolo del libro a mo’ di preghiera e di ringraziamento a Dio per quello che la vita gli ha offerto.

La rievocazione dei fatti è tutta percorsa da un fremito di nostalgia e da un desiderio di volere eternare momenti salienti del suo cammino lungo la strada che il destino gli ha voluto riservare nella buona e cattiva sorte, sempre sorretto da una salda fede anche nei momenti più difficili. A tal proposito Mons. Malandrino, vescovo di Noto,nella recensione a “Versi graffiati dall’anima” mette in evidenza “l’afflato corroborante della fede. Particolarmente in quest’ultima raccolta di poesie, Antonio Tiralongo mette a nudo il suo animo, “graffiato” esso stesso dal dolore corporale con il quale l’amico poeta ha avuto traumatico appuntamento. E si sa, il dolore può diventare esperienza che affina ancor più la sensibilità dell’anima, per fargli azzardare voli ancor più ispirati nel cielo radioso della poesia.”

Il ricordo diventa momento inalienabile della propria vita e acquista un significato che va al di là del fatto concreto e dei personaggi che lo rappresentano, costituendo un substrato su cui è costruita e si continua a costruire la propria identità di uomo e di artista.

In Tiralongo vi è una sensibilità e un amore così grande per l’esistenza che nella poesia introduttiva dell’opera egli manifesta la gratitudine a Dio per averlo creato, e a suo padre per l’insegnamento ricevuto, che ha custodito dentro al suo cuore.

Materiale
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