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AzzurritàIl crepuscolo estivo indugia a lungo sopra le colline; rimane alfine sospeso tra le cime dei monti, come un alito ametistino. I rintocchi d’una campana appartata cadono, con una vibrazione netta, da tanto quasi dimenticata, anche sull’anima, la cui voce sempre più debole diventa nel fluire dei giorni; e questi portano dentro di sé il malessere d’una realtà che invade, con sensazioni molteplici, ogni rifugio di silenzio, tronca pause di raccoglimento. La purezza dell’aria, quassù, avvolge come un lenitivo le piaghe del corpo e della mente soggetti alla tirannia dell’incessante divenire. La voce dell’anima, ognora così trascurata, torna a farsi riudire … In questa azzurrità, come si spande E sembra torni dal suo esilio, l’anima; La realtà si sfila, nube vaga Un chiostro arduo sporge; nel passato Oggi, soltanto il portico decrepito, Pel sentiero pietroso sembra ancora La ginestra conforta il nudo sasso.
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