Tre Sonetti
da “Orion”
Antologia Sonetto Classico Contemporaneo
Centro Incontri Culturali, Civitavecchia 2010
Nell'ombra
Alla fontana, quando specchia il lento
rosseggiare d’un nuvolo lontano,
ognora mi riporta il vespro arcano.
Riflette anche il mio viso, dove ha spento
ogni letizia, il giorno. Giunge il vento
e increspa l’acqua e il mio profilo vano.
Un gèmito d’uccello, breve e strano,
si ripete nel parco sonnolento.
Svanite le parvenze, per cui tanto
la giovane speranza s’era illusa,
come sulla fontana, solamente
per poco s’è fermato il rosso incanto,
ogni aspetto ora cede all’ombra effusa;
si cela, in essa, l’anima dolente.
Sosta estiva
Strèpito di cicale nel segreto
di fissi rami odo nell’andare
dentro il meriggio intenso; lungo il greto
si perde raro e rapido un frusciare.
L’arso sentiero sembra ormai un sasseto
e desidero solo il casolare
macchiato dalle ombre del querceto,
che scorgo nel lontano azzurreggiare …
Alfine lo raggiungo; e lì m’accoglie
un ospite dai modi franchi, arguti.
Dentro un verde recesso mi conduce,
dove, a un continuo alito, le foglie
risussurrano d’alberi fronzuti;
m’offre un fresco bicchiere che riluce.
Sulla riva
Con i pensieri grevi di tristezza,
anche se stancamente, a veder torno
la riva, che riceve la rudezza
della ventata aperta, quale, un giorno,
modellava il mio viso di franchezza.
L’animo in me sentivo pronto, adorno
di quello che rinfranca: giovinezza,
che vuol spingersi oltre ogni soggiorno.
Ora rimango … Ma dal bianco molo
guardo spingersi al largo vele ardite
e allontanarsi, più di loro, un volo.
Sento il fascino antico: alleggerite
le speranze si levano dal suolo;
vanno nel vento, come stormo, unite.
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