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La città e l'animaDal Blog Alla Volta di Leucade
Silloge complessa e articolata dove il verso con le sue varianti metriche cerca di farsi carico di un pathos penetrante e polisemico. La città e l’anima, il titolo della plaquette, che, attraverso uno spartito di euritmica andatura, spiattella su un vassoio d’argento i palpiti emotivi scatenati da una realtà che la poetessa vive in prima persona e fa sua per tradurla in oggettivazione. Sembra proprio che l’animo della Santarelli venga sbrigliato e che questo, libero e girovago, scorazzi per le vie; capti visioni e orizzonti per macerarli dentro caricandoli di sfumature estemporanee, e di impressioni soggettive; questi patemi una volta rincasati restano a maturare per tramutarsi in versi di plurale connotazione; in effetti è proprio il dipanarsi di iuncturae significanti a dare energia e sonorità ad un mondo di personale fattura; tanti profili che non mollano e restano aggrappati alla sacca del memoriale in attesa di tornare alla luce; al sole verniciati di un sentire morbido e ricco di saudade: ecco Lisbona, che fa di una realtà l’immagine della poesia:
Poi
Alfama, i suoi vicoli le scale Ecco Il sapore della piazza:
Al
tavolo di un bar del centro Ed ecco La mia città
Si
distende sulla riva del fiume
Conserva segreti d’ombra dove i sinestetici profili e i docili stilemi si danno alla creatività della Santarelli per aiutarla nella sua operazione di lettura; di invenzione rielaborativa dove il tutto assume sembianze di segreti d’ombra imbevuti di silenzio. Le immagini corrono snelle e feconde, attive e produttive in questa metamorfica trasfusione. L’animo opera, interviene, prende e lascia in favore di un poematico allungo costruttivo. Tre le sezioni in cui si divide la silloge:Profili, Paesaggi d’anima, Periferie. Un climax ascendente, in cui le parti sono tenute ben legate tra loro da un energico e sottile fil rouge. Al di sotto di esse sembra di percepire un sottofondo musicale, un tema unitario come può avvenire in un grande melodramma tipo Tosca o Bohéme di memoria pucciniana. In effetti il passato il presente e il futuro si embricano in un compatto gioco di richiami a dar voce al canto. Ed ecco ad affacciarsi ai paesaggi dell’anima Il mare dentro con tutta la sua acquorea portata od eporica; la fuga, gli orizzonti, la lontananza, l’ambire ad alcove di edenico ristoro, il mare dentro a contenere il mondo / ogni ipotesi ogni passo del viaggio:
A
tutti noi appartiene l’acqua
E’
sempre una rinascita il mattino Ed il ritorno; il riappropriarsi delle proprie radici, dacché è proprio dopo il viaggio che ne scopriamo il valore e la verità; nell’abbraccio Alla mia terra:
Cerco un segno all’ombra dei pioppi I pioppi, gli orti, il marciapiede, la via, il salice, tutte realtà che hanno messo le barbe e non mollano; sono loro che tornano a richiamarci ad una storia, ad un vissuto; e mandano in avanguardia il respiro di un salice, o il profumo di una casa, per ammaliarci e renderci nostalgici; d’altronde la Poesia si ciba di memoriale, di onirici messaggi,di potenti stati d’animo; e se il tutto viene trasmesso attraverso incastri di armoniche sonorità il gioco è fatto. Ed è proprio nello stile di questa plaquette la ricerca di un verbo che si faccia pedina importante nella euritmica risonanza prosodica. Sì, la musicalità; quella che si ottiene variando le intensità sonore, ora più brevi, ora più ampie: tanti accessori a disposizione di cascate endecasillabe che risuonano maestose. Qui la purezza del canto, di quello della Santarelli, che di sicuro non ha niente a che vedere con la riforma di prosastica positura, tesa ad annullare la presenza dell’io poetante con tutto il suo bagaglio empirico; qui è il contrario, la poetessa è presente con tutto il suo patema esistenziale; è fattiva, attiva; c’è con l’amore, la memoria, le radici, e con una realtà che incide sul l’epigrammatico gioco delle simbologie; con uno sguardo attento e partecipe alle sorti del mondo, della città, di un’anima o delle tante periferie che sembrano sfuggire alla vista degli umani: Ai margini
Lungo strade di frontiera
Radici estirpate da paesi spogli E c’è, lì a meditare, con tutti i suoi stati d’animo:
Sono condizioni dello spirito ° ° °
La città e l’anima
“Conosco una città (Giuseppe Ungaretti)
Elogio di un balcone
E’
angusto lo spazio di un balcone
Un
balcone conosce molte verità
Tutte le sfumature del giorno coglie
Delicato come un bianco oleandro
Affollato come una via a mezzogiorno
Pieno al pari di una vita di ipotesi e idee
Mi
avvinsero il tuo sguardo di luce
Vivono in me i colori degli azulejos
Poi
Alfama, i suoi vicoli le scale |
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