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Segreti casentini ed oltre a primavera
D’altronde è umano, fortemente umano cercare con tutte le nostre forze di svincolarci dal terreno per allungare sguardi al di là degli orizzonti che delimitano la nostra permanenza; ed è da lì che nascono quesiti e interrogativi spesso irrisolti per il fatto di essere umani condannati a vivere in spazi ristretti con un’anima tesa alle sue origini. E questo è proprio il prodromico avvio della silloge: un quesito che coinvolge ognuno di noi per la sua polisemica valenza: elevarci oltre l’empia miopia umana : “in un eterna primavera/ ove si apra a corolla/ il mistero del vivere”. Sì, il mistero del vivere; quel mistero che ci rende inquieti e tormentati; quel mistero difficilmente risolvibile date le nostre deficienze; ma che la Toffanin riesce a intravedere, attraverso una navigazione fra marosi e scogli; che riesce a perseguire con un faro che illuminerà il tragitto, il porto della sua navigazione; acque distese, appaganti, riposanti, raggiunte dopo tempeste e bufere. Tanta umanità in questa silloge, tanta meditazione, tanta poesia assodata da versi di euritmica sonorità dove figure stilistiche modernamente applicate dànno consistenza, unità, chiarezza, e organicità al messaggio; ad un abbrivo emotivo e contemplativo che trova la sua concretezza oggettiva in tutte quelle configurazioni paesaggistiche di portata ontologica: “Segreti casentini ed oltre a primavera” il titolo. Una primavera che tanto sa di innocenza ritrovata; di pulcritudine floreale di un luogo ricco di storia, colori, profumi e preghiere, dove:
Così
l’anima sosta in Dove:
fragile
magia quasi d’anima E dove
Il cuore
s’illumina Un crescendo di intonazioni umane e sovraumane; una simbiotica fusione fra spazi naturistici, opulenza verbale-iconografica e potenza epigrammatica; un contesto dove unità sintagmatiche, scarti semantici, e soluzioni linguistiche di rara resa poematica si fanno corpo della scalata che si chiude con la risposta al quesito iniziale:
Sei tu
Presenza paterna-materna
E non
sento non vedo Un inno alla vita; al misterioso suo fascino che la Nostra riesce a far suo immergendo le trame della natura nell’armonia del cielo. |
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