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Solo il passato esiste. Il presente è tempo trascorso che ritorna e il futuro, come le cose, è fuori da ogni forma, ricordo atteso e dissipato dal movimento stesso della memoria. Questo movimento, che accompagna tutti gli istanti in cui il tempo si raccoglie nell'eternità del passato, costituisce la struttura fluente de l'anima del ghiaccio : titolo che suona come un epitaffio sulla tomba vuota della memoria, alla quale nulla è definitivamente consegnato. Sempre resta un sottile spiraglio per i | ricordi di domani. Così la silloge accoglie - come avverte l'autore nella Nota - testi trascorsi, i quali acquistano, sottraendosi all'oblio, nuova forma e misura.

L'acqua della memoria che arresta il suo flusso per condensarsi in ghiaccio conserva un punto di fusione, una vena, una polla segreta dalla quale tornano a fluttuare la pena del vivere e la cognizione del dolore. Così le precedenti esperienze (il Diario di bagagli e di parole ) traslocando nella fredda dimora si sottraggono all'istinto dell'oblio. La glaciale memoria, infatti, non preserva dallo scioglimento quel volume cubico di vissuti, i quali invece affiorano, al di là della metamorfosi e contro ogni tentativo di rimozione, nella nuova coscienza del canto per poi dilagare, oltre gli argini dell'obl-io, nel continuum della lettura. Questa "glaciazione" è un espresso desiderio del poeta di riprodurre la propria condizione esistenziale moltiplicando il disagio e il profondo senso di solitudine attraverso i suoi potenziali lettori, come se la coazione a ripetere gli permettesse di abreagire la tensione accumulata da una memoria storica, filogenetica. Ritroviamo in Quattro quel bisogno di condivisione del dolore sotto la forma di una pulsione segreta (E' una breve bramosia notturna | un'irresistibile urgenza) che, se permette al poeta di liberare nella scrittura poetica la propria angoscia filtrandola attraverso tutte le altrui paure , tuttavia rimane ferita da rimuovere, da rimarginare senza alcun desiderio di "agnizione". Il problema soggettivo della liberazione dal dolore e dalla solitudine si allarga, dunque, fino a divenire una domanda di tutta la specie umana.

Ma oltre quel dolore avvertiamo profondo il senso della morte: un pensiero trasversale e ricorrente in tutta la silloge e che si accompagna all'obl-io. Accanto a questa coscienza muta che fa da schermo alla "rivelazione", vigila la memoria con la sua anima bifronte: quella del ghiaccio, che si scioglie e conserva.

La morte (lo scioglimento) e la vita (la conservazione); lo svelamento e l'obl-io sono le facce opposte di quest'anima "glaciale". Contro l'istinto di dimenticare , il disagio esistenziale si "scioglie" nella quiete dello stato inorganico (lo scopo della vita), ma nello stesso tempo si consolida, nel corpo freddo della memoria, la cognizione del dolore come esperienza incessante della morte che dissimula quella lacerazione profonda prodotta dal cambiamento improvviso, dal passaggio allo stato di organicità. In questo accadimento indesiderato stanno le cose, quelle note | e quelle sconosciute. Esse testimoniano con la loro presenza/assenza quello stato precoscenziale, preesistente alla vita cui si desidera ritornare.

Attraverso le cose che il poeta assimila alla condizione umana e, quindi, allo stato di precarietà e di contingenza, si svela l'essere ontologico.Come noi, le cose anelano una vita nuova ed eterna un volto lontano da | inerzie, da smarrite pene.

Come noi cercano di ricordare ...tutto ciò che è già | stato...fuori da ogni forma. Dopo i canti , le nenie , le parole, quando l'essere è una scatola vuota che non ci contiene, quando l'uso che ci abitua alle cose ci disperde in esse consegnandoci alla ripetizione e alla solitudine di un destino comune, di una vita -cosa tra le cose- impersonale e inautentica, la stessa che tutti, dopo, si muore..., solo allora le com-prendiamo, collocandole nel nostro orizzonte. Ritroviamo in esse una connessione di vita, quell'Erlebnis diltheyano che ce le restituisce nella purezza della visione. Lo s-guardo che fuga l'oscurità fa delle cose un dono, una presenza per l'uomo. Contro la "disperata passione di essere nel mondo" e tuttavia in linea con l'heideggeriana deiezione del da-sein, la possibilità della morte a vantaggio di una vita autentica è contemplata dal poeta negli oggetti (... attimi | di un tempo invisibile | irriconoscibile ? ) al di là dei quali è un imprecisato punto di non partenza , il punto del non-ritorno dove brilla la luce dell'essere. Qui la memoria scioglie la sua anima e scende nel sepolcro. Tuttavia, non si placa la lotta tra la memoria-Eros e l'oblio-Thanatos. Eppure quel duello si ricompone in un movimento privo di opposizione. Il ricordare - esigenza biologica del poeta - (chi ti ricorderà che soltanto | dimenticando s'invecchia e | che dimenticare è un istinto ? ) è la trasformazione del suo desiderio di annullare la memoria, perché il ricordo qui equivale a ritornare allo stato immemore dell'inorganicità. Le cose allora, anche quelle raffigurate che corredano il textus poetico, s-velano nella loro luce rammemorante la vera anima del ghiaccio.

Di questo tempo epifanico danno testimonianza: la linea tracciata dalla stilografica in direzione della fonte luminosa; la forchetta che vi attinge il nutrimento squarciando l'oscurità medesima; la lampadina/s-guardo che fruga nell'intimo del buio, il graduale incavarsi di | ogni forma... ) liberando i corpi dalla prigione dell'oscurità; il filo della precaria esistenza, che in piena luce non lascia vedere l'origine e che perciò soggiace al potere di Atropo. Testimonianza, quest'ultima, inevitabile, a tergo della ...mal riposta speranza | che nessuno ci veda | pronti, di nuovo, a partire . Contro l'ineluttabile partenza si leva la voce dell'io mai nato, | la voce senza calco né copia : voce pura del tempo senza essere e senza memoria che non mette capo alla morte, perché tempo sempre a-venire che si oppone all'eterno ritorno e all'impersonalità del si muore . Con questa voce contralta la voce dell'io già | morto, la voce ormai discosta : voce rammemorante che, in quanto tale, sfugge a ciò che è presente invocando, a fronte del proprio destino, la promessa dimenticata di una vita autentica che solo si può conquistare col pieno arbitrio della propria libertà. Ed è questo richiamo alla libertà a dare a l'anima del ghiaccio il senso di una rivelazione.

Al di là dell'oscillante binomio: conservazione-scioglimento, il valore della libertà condurrà l'anima fuori dal tempo della memoria e dell'oblio, fino alla sua ascensione nel cielo eterno della poesia che affonderà le | sue radici alimentate | dagli uomini vivi.

Recensione
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