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Alessia e Mirta
Poesia "nuda allo specchio dell'anima"
Per Raffaele Piazza,
che con ALESSIA E MIRTA
ha trasfuso, incoronato e incorniciato
la breve, solare e dorata dolcezza della favola
assieme alle ombre lunghe, alla melanconia della Realtà

..."Sera di plenilunio
d'estasi"... "Si irida la stella"... "in arcobaleni di bei sogni"... Che raro e
semplicissimo libro – libro bello perché dolce, ma incommensurabilmente triste,
ferito eppure sublimato d'ipersensibilità – che ci ha donato il nostro vecchio
amico Raffaele Piazza! Alessia e Mirta, significa trasfondere insieme la dolcezza della favola
assieme alla melanconia della Realtà...
Alessia vestita d'ametista
tinta dell'anima di 18
grammi
nell'incielarsi nel colore
dell'azzurro tetto sulla
fabula
che si fa favola della
vita
se lo vogliono gli angeli
Un duale di
serrato, avvolgente contrasto – dove Alessia è creatura di mera, solare e
venusta fantasia, una sua fanciulla/Beatrice scesa davvero fra la gente a
miracol mostrare; mentre la povera Mirta, creatura vera e accaduta, è una
povera amica dell'autore (architetto, anima ansiosa di Bellezza), che a 44 anni,
all'incerca, decise di togliersi la vita, buttandosi – è un film, un romanzo,
sono squarci atroci e cupi di cronaca – dal terzo piano della splendida, e fin
troppo nota Reggia di Caserta).
Amicizia fiore raro hai ancora
per me dall'oltrecielo ora
che
non sei più carne ma solo
anima.
Il tuo suicidio mi turba e
il giorno
prima ridevi come una
donna
ma eri infelice.
.....................
Già l'aver incorniciato e
cadenzato a duale, lo ripetiamo, questi due personaggi (uno forse l'ombra
o il prosieguo, lo smarrimento dell'altro – come il disamore è ombra e
smarrimento, dissipazione appunto dell'amore), ci sembra una trovata, un
offertorio lirico di prim'ordine. E insistiamo sulla valenza lirica, perché
Raffaele (Napoli, classe '63) da sempre, comunque dai pieni anni '90 (quando lo
conobbi ed era in verità sintonizzato e amico dei miei stessi libri, dalle
candide parabole de L'Amore visto dall'alto ai racconti in versi delle
Ragazze italiane), ha inseguito e perseguito, sacramentato fedelmente,
cocciutamente il sogno incarnato, un inestinguibile credo e manifesto lirico,
che lo ha portato ai suoi testi più accesi e struggenti come di un moderno,
chagalliano èmpito o volo romantico: La sete della favola (1996), Sul
bordo della rosa (1998)...
Anche questa volta
Raffaele Piazza rimane campito e sospeso Sul bordo della rosa – ma la
Rosa è l'assetata e dissetante favola di Alessia.
Entra nel mare Alessia,
acqua a pervaderle le
membra
affilate di ragazza e
sorride
come una donna
per del viaggio la
prosecuzione.
Ma – c'è un ma: oltre il
bordo della Rosa (cioè dell'amore, della favola felice, di un'incorruttibile e
abbacinante idea del Futuro) ecco il baratro, ecco il rischio di scivolare,
annullarsi dove il rifiuto di vivere è già un rifiuto, un'eclissi della gioia,
abbrunita, annichilita di pena... Nihil che vince sempre, se la fede non
fa invece accadere, rifulgere un piccolo, quotidiano e accessibile miracolo di
conforto e di dedizione amorosa.
Sei nel mio specchio, Mirta,
campiti i nostri volti
nel vetro che pare
infinito.
Ti sei uccisa, Mirta, e
non
ci credo e invece è lutto
per la bandiera della mia
vita.
..................................
Piazza non poteva essere
più affabulante e al contempo realista: al punto che ovunque questo libro fa
fiorire anche l'ombra; ma, all'unisono, anche ogni bacio, ogni gemma, ogni
sguardo redento e sereno, cova la sua sottile e trasparente insidia di
malessere. E sempre Alessia può lasciare il posto a Mirta – così come noi amiamo
sia il ricordo concreto, perduto di Mirta, sia il sogno fascinoso, seducente, di
una Alessia che ci purifica insieme il corpo e l'anima, cioè i lacci e gli
abbagli conturbanti dei desideri, ma anche i segreti, le parvenze, i battiti
conturbati e mitizzati del cuore:
Sera di profumi di fiori
da rinominare per Alessia
nuda allo specchio
dell'anima.
Se veste Alessia come
una donna (slip e
reggiseno
rosa confetto e gonna
corta
cobalto di cielo e a
quadri
camicetta, scarpe nere
con i tacchi alti).
Così, la fabula / che
si fa favola della vita / se lo vogliono gli angeli è sempre il nostro
eterno, quotidiano sogno e bisogno di poesia. La poesia che ha bisogno si di
favola che di realtà, sia di sognare Alessia che di amare, convertire e salvare
d'amore la povera Mirta.
Alessia e Mirta che
stranamente nella vita non si incontrano mai, non divengono amiche... L'incanto
– la cicatrice cauterizzata del Bene, l'eclisse, l'ellisse, e poi la
rifrangenza, il raddoppio sacro di Luce – avviene solo in poesia, e Raffaele qui
ci ha fatto una breve, profetica e rigemmante mappa di versi. Anche di questo lo
ringraziamo. Di crederci ancora, alla poesia lirica. Ivi incluse tutte le
sue ombre, gli impacci sensitivi e conoscitivi a riveder le stelle...
Di aspettare e festeggiare
sempre l'Amore quaggiù (ma anche lassù!), sul bordo della Rosa.
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Recensione |
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