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Da questo mare
Romano, classe 1967,
già autore di non poche e apprezzate raccolte (In suo corpo vivo 1999;
Geografia del mattino e altre poesie 2008; Roma delle distanze 2011;
alcune recenti sillogi in ebook: La stortura della ragione, Quaderno
di Grecia, l'anticipazione di Da questo mare), Stefanoni ha col
tempo rastremato e distillato una poesia che è devozione del quotidiano,
liturgia delle ore e dei nomi, dei luoghi e dei gesti-creaturali ed artistici
allo stesso modo.
Ininterrotta preghiera laica che fa vestigia di attimi
(fermati quasi incisi sulla pagina- dunque mai più fuggenti, mai più estinti in
sogno, o purissimo mero anelito). Gian Piero concretizza ogni parola veramente
cara e ogni sguardo sublimato di luce. Poi salva il logos nell'anima e lo
riplasma, lo accarezza a lungo cime forma adempiuta della materia: le
Crocifissioni di Manzù cui dedica una suite indimenticabile che già lesse
nell'Ottobre del 2013 presso il Museo Manzù di Ardea ("Che il giusto impasto è
nell'esclamare/ e rovesciare il Calvario, croce/ per croce dentro il Tuo salmo
più forte").
Ma anche il percorso in tram- quella linea 8- che diventa un
cittadino rito sferragliante, un rosario stupefatto e angustiato da capolinea a
capolinea, dalla Metropoli al Moderno: "Ma è da qui che noi partiremo/nel
silenzio che è della terra/ spenti gli ipod, radunati i dispersi")./p>
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Recensione |
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