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Roma delle distanze
“Ci
sono dei luoghi letterari, degli snodi mentali, delle vie, che lasciano il
segno, in poesia, romanzo, letteratura- perché travalicano l’esperienza
personale e davvero divengono luoghi e snodi di tutti- e di tutti anche attese,
viaggi, ritorni, mancanze, carenze, lacune gelate improvvide e premiate
rifioriture.
L’evangelio centra (specie con Gian Piero), ma l’impianto del
discorso vige super partes, brulica in utroque, dicevano gli
antichi: vale cioè anche in una perfetta, redenta ottica laica, etica quotidiana
da sacrosanta armonia (in)civile. Stefanoni è un poeta vero, giunto alla poesia
non meno dalla vita che dalla cultura. Di libro in libro, trova sempre una sua
strada di redenzione e remissione…
Il credito è l’amore, che Gian Piero
passeggia in tutta Roma, ben fuori dal suo quartiere, dai monumenti, dalle
vetrine, dai visi che già a inizio dello scorso secolo il giovane Pound, a
Londra, divinò “In a station of metro”: “L’apparizione di questi visi della
folla | petali su un ramo umido, nero”… Ed è sulla stessa, esiziale nerità, che
Stefanoni spennella, traccia invece i suoi ardenti colori.”. Colori che
ringraziano, | colori che partecipano”… Vaga per le vie, bighellona, ascolta e
ausculta… Ma Gian Piero non è (solo) un flaneur, baudelariana creatura
che colleziona, redime e converte i Fiori del Male. Né ruba a Benjamin
l’ossessione dell’analisi , l’intellettualità a ogni costo…
L’anima non si
redime altro che con l’amore (“nella fertile coesistenza di supplica e
ringraziamento”; aggiungerebbe Sandro Montalto). E Gian Piero consuma anche
suole, calpesta le sue vie d’asfalto come fiumi celesti, canti e balze, pause
del purgatorio, approdi talvolta o iridescenze paradisiache. Per giungere nel
suo piccolo, ininfluente ma altrettanto radioso paradiso domestico, non ha
bisogno come il nostro Maestro Dante di tralasciare Beatrice, di impetrare
santi, beati e il trono della Madonna. La reggia di Gian Piero è a via Ozanam:
il paradiso gli si spalanca all’interno 6… Gli occhi sono quelli consorti della
sua Anna- a miracol mostrare- discesi per lui, ora anche fra di noi, per
rinnegare la sciocca ipotesi che lo stil novo sia stato un mero e pomposo
movimento letterario, un vezzo sublime di certi lirici fiorentini
tardodugenteschi.
Lo stil novo sorge ogni giorno, ed ha parole e silenzi di
poesia… La selva oscura è dietro ogni angolo, si comincia quella risalita, su
fino all’Eden d’un sorriso che ci somiglia e trasfigura un paradiso “In questa
casa | dove l’amore torna | e s’appunta col sole | quando t’alzi e mi racchiudi
|
nel velo il Signore || ha spartito le sue ricchezze | con me, ha dato | al nostro
incontro | il tuo nome”.
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Recensione |
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