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Compartimento 11
Danny, il Copista, l’Altro, Isabel, Emma, il Professore sono individui con identità propria o eteronimi di uno solo di loro, affetto da personalità multipla? L’interrogativo intrica il lettore di Compartimento 11, thriller di Francesco Amato, in interrogativi che si inalveano in sciarade di sospetti e di elucubrazioni, peculiari del filone giallo o del genere poliziesco.
Attraverso l’aggrovigliato reticolo delle congetture più disparate, Francesco Amato, archi tetto con un noviziato letterario di tutto rispetto, si distacca dalla precedente produzione e sperimenta la strada della suspense e dei colpi di scena, delle tensioni e delle fughe mentali dell’assassino o degli assassini, nodo gordiano cui si rimane aggiogati fino all’ agnizione finale.
Chi sia o quali siano gli dei ex machina, a mezzo del / dei quali è azionato l’ingranaggio dei delitti, compiuti con scadenzario divisato, è l’idea fissa, addirittura maniacale e per secutoria del commissario Tortora, un segugio, acuto e paziente, stile Maigret o Poirot, di aspetto innocuo , ma con fiuto nasometrico alla tenente Colombo. Anni di investigazioni da un capo all’altro dell’Italia convincono il poliziotto a non archiviare il caso, anomalo a trecentosessanta gradi e con esecutore / esecutori ombra, che dissolvono in ombre. Te stardo e iperdeterminato, il Tortora sposta re e regine, fanti e cavalli sulla scacchiera degli elementi, di cui è in possesso, senza addivenire ad una motivazione logica e razionale de gli omicidi e della connessa scenografia da teatro dell’assurdo. Come assurda è la scelta delle vittime lustrali: sacerdoti o monaci con affinità fisiognomiche: capelli lunghi, barba, occhi chiari. Efferato e inalterato il rito delle uccisioni. I perseguitati, una volta sgozzati, vengono sistemati a pancia in giù, per far sì che il sangue goccioli in un cratere sottostante; il volto è coperto da un pezzo di stoffa e, poco distante dal cadavere, è deposta un’immagi ne della Sacra Sindone. Palcoscenico dello scempio il Compartimento 11 del Treno del Sole. Giorno prescelto il 25 novembre.
Quale mistero cova dietro questi artifici di morte? Cabala? fanatismo religioso? Religione deviata? smania di ergersi a giustiziere o a vendicatore alla Edmond Dantès? Valanghe di supposizioni arrovellano il territorio delle indagini, a partire dall’identifica zione dell’assassino. È uno solo? agiscono, di concerto, i componenti de La Banda degli Angeli? trattasi di soggetto / soggetti con disturbi della personalità? patologicamente al lucinato /allucinati? esaltato / esaltati da delirio di onnipotenza? E, soprattutto qual è la causa remota dell’insania luciferina? Trauma infantile? Dissociazione mentale? Inconsulta vertigine dell’io? turbative irrazionali? Di tale entità gli enigmi che il commissario deve sciogliere e che, a soluzione avvenuta, lasciano il lettore scioccato: nell’indietro-avanti della vicenda ha almanaccato sul presunto / presunti carnefici, perdendosi in chimere di suggestioni personali. Il thriller, per lo stile, che non sdrucciola mai nelle tinte fosche del noir; per la trama equilibrata e coinvolgente, offre al lettore l’occasione di una pausa di riflessione sul disordine comportamentale e sull’alterità delle capacità psichiche, a pigione in un contesto come l’attuale, in cui disagio e disadattamento, violenza e abbrutimento sono espressione del nostro tessuto sociale tarlato.
Compartimento 11 di Francesco Amato, edito da Tullio Pironti, Napoli 2013, pagine 222, è sul mercato librario al prezzo di copertina di E. 12,00.
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Recensione |
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