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Nuova Formula di Non Expedit
Da un bel po', nel nostro Paese, le battaglie elettorali si
epilogano con risultati risicati. Uno scarto di voti, contabilizzati al
millesimo, avalla, a norma di un relativismo mai assoluto, stabilità di
maggioranze od impennate di minoranze. Nell'ultima consultazione, ad esempio, il
vaglio dei sondaggi, con stime approssimate addirittura per difetto, dava per
certo il referendum varcasse il traguardo del quorum con la corsa alle urne
della metà più uno degli aventi diritto al voto. Invece, le previsioni si sono
rivelate infondate, tanto è che Capezzone e Pannella, con apprezzabile onestà
intellettuale e politica, hanno ammesso che qualcosa non ha funzionato. Cosa?
Agli elettori che non si sono lasciati irretire da strumentalizzazioni
avvolgenti di qualunque provenienza, è apparso inequivocabilmente chiaro che il
referendum è stato boicottato da faide e strappi, che hanno lacerato al loro
interno l'apparente compattezza dello schieramento di destra e di sinistra.
Infatti, tra le forze oppositive del si e del no si è inaspettatamente
intrufolato un terzo fronte che ha sovvertito ogni dato statistico provvisorio:
l'astensionismo, ripiego ultima ora propalato da leaders ai vertici, e da una
chiesa sensibile alle suggestioni di un neo-imperialismo di marca e progenitura
medievali. Abile manovra laico-clericale: si è astutamente servita del non voto
per demonizzare il cammino della ricerca, in fase di avanzata sperimentazione
medico-scientifica nei paesieuropei più evoluti. Ancora una volta a braccetto
sulla ribalta dell' opportunismo, machiavellismo e religioso instrumentum
regni; ancora una volta – cavalchiamo per davvero il terzo Millennio? – il
matrimonio trono-altare, non percepito dal cittadino inviluppato nelle maglie di
un contingente che lo estranea da fatti collocati, in un'ottica generalizzata,
su una dimensione altra da sé e dalle avvilenti problematiche quotidiane. E' la
staticità immobile ed impermeabile del nihil novi sub sole; è la maestria di
giochi sempre bene architettati nel teatrino della politica, trionfante
sull'agnosticismo di una larga fetta di italiani. Agnosticismo che sconcertà e
spaventa: esso segnala l'incapacità delle masse di autodeterminarsi. Sforniti
di logica di discernimento, gli elettori più sprovveduti non hanno razionalizzato che il
referendum è l'unica arma o
strumento di cui dispongono per esprimere la loro volontà. E' penoso constatare
che nella recente consultazione i cittadini con coscienza politica azzerata
abbiano costituito una folta maggioranza, come è altrettanto penoso constatare
che sono essi i primi, ignavi ed acquiescenti, ad ergersi a censori del
malcostume e della crisi imperante dei valori.
In breve, la nuova formula del non expedit da un lato, e il
camaleontismo delle odierne traballanti Istituzioni dall' altro, rinnovano
scenari irrevocabili: richiamano alla memoria il discorso del bivacco e
l'immediata saggia considerazione del Giolitti: Questa Nazione ha il governo
che si merita.
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