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A Pierpaolo Pasolini

Vedi, Pierpaolo, a Ostia è il
nulla, una culla di pensieri
sciama nel Terzo Millennio
eri felice, Pierpaolo? Saresti
vivo in questo postmoderno
senza usignoli senza la mano
e la manna dell’innocenza
a tessere testi per Garzanti
e sul Decamerone
mirabili pellicole.
Poesia in forma di rosa
un attimo un barlume,
l’esatta verginità morale del tuo
esistere eri l’angelo del nulla
sorridevi
in questo ti differenzi, da Pavese,
tu, profeta sanguato dei giorni
e cosa diresti vegliardo nel 2008?
Pierpaolo angelo
tra penna e cine presa, Corriere
e ragazzi di borgata, privata
felicità nella diversità eri felice?

Ceste di mele di fortuna
ti donerei questi versi
piango come chi crede nell’arte tua

le ceneri tue insieme a quelle di Gramsci
a vedere nel fondo della Storia
un mistico furore di generazioni
senza passato Pierpaolo
oltre la vita e la morte
ai blocchi di partenza e sono morti
Penna e Bellezza e Moravia.

Pierpaolo, in quel chiaroscuro
animale che dà barlumi per esatta
coincidenza era il 1975 il. giorno
dell’infanzia e mia nonna disse
che eri morto, sovrana innocenza
penna nel quaderno di me stesso
a non sapere come nascono i figli.

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