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Dizionario critico della poesia italiana 1945-2000

Mario Fresa è uno dei poeti e critici italiani che si sono affermati, nonostante l'ancor giovane età (è nato nel 1973 a Salerno), nel panorama poetico del nostro Paese: tra i suoi successi riscontrati, oltre al riconoscimento di numerosi premi di poesia, spiccano la pubblicazione di testi poetici sulle principali riviste culturali degli ultimi decenni come “Nuovi Argomenti”, “Paragone”, "Il Verri" e “L’almanacco dello Specchio” mondadoriano.

La poesia dal secondo dopoguerra in poi in Italia, come nel resto del mondo, continua ad essere vivissimo strumento di conoscenza per l’essere umano: uno straordinario strumento di indagine dello spirito, capace di condurre a una fusione catartica tra conscio e inconscio, fisico e psichico e che permette, inoltre, un riavvicinamento salutare (e salvifico) alla stessa natura, recuperando qualcosa che nella vita della nostra società, sempre più cibernetica e "tecnica", si è infine perso.

Prima di entrare nel merito di un commento all’importante opera critica curata da Mario Fresa e redatta dai maggiori poeti e critici dell’attuale panorama italiano brevemente accennerò a due fenomeni che alcuni intellettuali avevano pronosticato e che non si sono avverati.

In primo luogo non si è verificata, dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, l’afasia, la fine della poesia come credevano il filosofo Adorno e il poeta Paul Celan. Il desiderio di interrogare il mondo e il destino umano attraverso la scrittura poetica non è tramontato (e crediamo che mai tramonterà).

In secondo luogo, aggiungiamo per fortuna, non è avvenuta né la fine né il decadimento del libro cartaceo nell’epoca degli e-book, come molti pensavano che sarebbe successo agli albori del fenomeno internet.

Il Dizionario dei poeti in questione è un volume che risulta utilissimo e stimolante per due categorie di lettori: i cultori della poesia (che sono essi stessi quasi sempre poeti) e i critici che troveranno nelle 250 schede su poeti e poetesse e sul loro fare poesia dal 1945 al 2020.

Chi scrive ritiene inoltre che anche nei licei classici e nelle università questo volume dovrebbe essere accolto dai docenti anche se esiste ovviamente una barriera tra critica accademica e critica militante.

L’opera può essere considerata anche come un mezzo per il critico di poesia di qualsiasi tendenza sia per agguerrirsi attraverso il suo studio sul piano metodologico, sia per affinare i suoi strumenti di indagine e di studio.

Come scrive Fresa nella premessa, il testo è frutto della collaborazione di oltre cinquanta redattori. Nell’assegnazione delle schede, scrive il critico, "si è cercato d’individuare le specifiche affinità e i particolari approfondimenti che i singoli collaboratori hanno sviluppato in riferimento alle voci analizzate: ciascun poeta è stato, dunque, accompagnato e presentato da un suo lettore ideale".

Un volume poderoso e nello stesso tempo raffinatissimo nelle valutazioni e nelle critiche ad ogni singolo autore o autrice, quando l’acribia diviene il comune denominatore del lavoro nella sua totalità.

Recensione
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