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Nella sua premessa a Auctus subobscurum - Crescita Crepuscolare, Catalano spiega al lettore che la raccolta è frutto di un dolore, tanto da indurlo ad affermare che “…ogni verso, ogni sillaba, è una scintilla del mio sangue”. Egli ha quindi affidato alla poesia l’arduo compito di esprimere il suo magma interiore, quel ribollire che se non fosse sgorgato gli avrebbe forse creato gravi conseguenze, e il contenuto pregnante del libro conferma una profonda ricerca esistenziale rivolta ai valori filosofici e psicologici, senza comunque tralasciare il reale svolgersi della vita.

A volte i toni rasentano un certo pessimismo, come nella lirica “Estinzione o Alla terra”, nella quale si evince che l’uomo, rovinando la compiutezza della creazione, è l’artefice della morte del nostro pianeta. Se questo però dovesse veramente succedere, la visione pessimistica potrebbe risultare profetica.

All’interno della problematica universale si aggirano gli avvenimenti quotidiani d’ogni singolo individuo e Catalano, considerando anche tale contesto, rileva i sentimenti che animano il nostro cammino e le relative emozioni. Tra questi, il dolore ha un ruolo determinante, oltre che devastante; ed è ciò che lui ha provato per la morte del padre. L’ineluttabilità del destino ci rende impotenti: o si soccombe, oppure si deve trovare una via d’uscita, una reazione per superare l’angoscia. Catalano ha sofferto moltissimo e certi versi sono veramente crudi e toccanti: “ Con i sentimenti dello stomaco | respiro sangue | e mangio acido.”.

Il nostro percorso esistenziale è in ogni modo un passaggio provvisorio che conduce al baratro finale (rappresentato dal nulla per chi non crede e dalla speranza di un “oltre” per chi ha fede); attraversandolo, si deve riuscire a cogliere ogni accadimento, pur nella consapevolezza della nostra finitudine. Con quest’opera, Catalano ha cercato di superare una difficile prova, sperando in una possibile catarsi.

Vi sono delle brevi liriche che inchiodano il lettore; nel breve respiro, infatti, le parole dilatano la loro significanza e s’imprimono istantaneamente. Come, per esempio, “Asfissia”: Nell’aria densa, | polverosa e dinamica, | rifletto: | respirare è doloroso, | obliare ancor di più.” Comunque tutto il contenuto del libro ha tinte forti e chi legge non può fare a meno di sentirsi coinvolto. E non può essere altrimenti quando la morte diviene protagonista: il mondo declina, ogni essere scompare. Ma è anche vero che conoscendo la morte, si può imparare la vita.

Recensione
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