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Il volume “Dell’Amicizia”, con il
quale Maria Luisa Daniele Toffanin ha vinto il premio Venafro 2004, tratta un
unico tema: la grande amicizia che legava l’autrice alla donna dalla “rossa
criniera” (v. sottotitolo), purtroppo scomparsa. Il nome dell’amica è ignoto; è
il colore dei capelli che la rappresenta nelle varie situazioni e nei diversi
stati d’animo, ed è un personaggio in continuo movimento e ricco d’umanità.
La Daniele Toffanin, che per
diversi decenni ha condiviso gioie e dolori con l’amica, ha potuto mettere in
luce anche i particolari meno importanti ma lo stesso significativi della sua
personalità, e lo ha fatto costruendo un andamento poetico dal costante afflato
lirico; in questa atmosfera la protagonista rivive i momenti salienti della sua
storia. I versi scorrono fluidi, senza interruzioni, ed evidenziano il
travolgente bisogno di raccontare, di delineare la straordinarietà dell’amica
perduta, e nello stesso tempo il bisogno di lenire il proprio dolore con la
catarsi della scrittura. Molto interessante il concatenarsi del dettato con
parole-chiave riprese continuamente, che crea un ulteriore piacevole motivo
fonico.
Il libro è suddiviso in due parti,
composte ciascuna di cinque sezioni. Nella prima “Il nostro tenero tempo”, in
un’ambientazione della campagna veneta, vi sono i momenti iniziali, gli
accadimenti gioiosi, i ricordi scolastici, i sogni; nella seconda “Il nostro
tempo maturo” si trovano prevalentemente immagini di Padova: spazi urbani ed
interni dove le due amiche hanno vissuto gli anni più importanti.
La
donna “dalla rossa criniera” resterà sempre nel cuore dell’autrice: “Lei mi
rivivrà ogni momento | come in un’infinita primavera”, e questo poema
dell’amicizia è un dono d’amore che l’immortala.
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Recensione |
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