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Giovanni Chiellino segue il suo percorso poetico con il volume
Nel corpo del mutare. edito da Genesi Editrice; un cammino in continua ascesa
per la ricerca introspettiva ed esistenziale in cui s'impegna con minuziosità ed
acuta sensibilità. In questo nuovo lavoro si avvale della bellezza floreale per
incorniciare tutte le problematiche psicologiche ed esistenziali, e creare
un'atmosfera con la quale addolcire anche i momenti più gravi. Oltre a
considerare le meraviglie dei creato, egli studia l'universo "uomo" quale grande
enigma. Infatti, l'ignoto che attende gli esseri umani è da sempre oggetto
d'infinite domande e di conseguenti reazioni comportamentali.
Chiellino è entrato proprio in questo vuoto che ci assilla, vale
a dire Nel corpo del mutare dove ci aspetta il nulla, ed ha usufruito, come un
navigatore esperto, di tutte le coordinate per trovare altrettante possibili
risposte.
Nella prima sezione, che dà il titolo all'opera, si entra
nell'esplosione floreale; ogni lirica propone una specie di fiore ed
all'interno della descrizione, o meglio dei respiro lirico, si sciolgono
sentimenti, ricordi, concetti filosofici e ricerca religiosa. Per l'autore, il
pensiero filosofico assunte un'importanza rilevante, anche se si perde ogni
tanto nel sogno, nella contemplazione o in dolcissime epifanie. Inoltre, in
questo libro (ma anche nel precedente Il giardiniere impazzito) il Divino é
quasi una costante. Ogni azione dell'uomo è seguita da un Angelo, come degno
rappresentante del Creatore, e nella seconda sezione le tracce dell'ordito
divino sono evidenti.
In ogni modo, sarebbe riducente evidenziare solo questi
riferimenti perché la poetica di Chiellino spazia in tutti i sensi; il suo verso
corposo si snoda con maestria. si restringe e si dilata secondo il giusto
pensiero e l'adeguato momento. Le pause anch'esse perfette: un respiro, un
silenzio, e dopo un altro fiume di concetti,
Il suo intento è di delineare il passaggio dell'uomo sulla
terra, dal tempo di Adamo ad oggi. Anche le figure che appaiono, e alle quali si
rivolge, sono considerate entro tale contesto, e credo che il suo lavoro si
possa considerare proprio un canto alla vita. Infatti, se si riconosce la
presenza di un Creatore il nostro transito non può essere inutile. E' tale
speranza che avvalora ogni gesto, ogni emozione, e dà un senso all'esistenza
esorcizzando la paura della morte.
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Recensione |
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