Orfeo Paci
debutta nella vita letteraria con l’opera prima Partita a scacchi e già lascia
un segno personale sia per lo stile sia per l’accesa fantasia.
Paci non si
dilunga nella descrizione: i paragrafi sono brevi, a volte brevissimi e vi sono
molti dialoghi che rendono vivace l’andamento della trama. Inoltre, il filo
logico risulta discontinuo a causa dell’alternanza di avvenimenti riguardanti
personaggi diversi, e dell’inserimento di vari flashback in corsivo. Tutto ciò
comporta una struttura complessa ma nello stesso tempo molto efficace, che
richiama proprio le mosse di un partita a scacchi, rafforzata anche da una
partita giocata nel corso della storia, dalla rilevante importanza.
Tutto gira
attorno al protagonista creando una fitta rete di accadimenti ed emozioni ed è
costantemente presente un velo di mistero che si addentra nel paranormale e
nell’esoterico; un’inquietante setta, infatti, agisce nell’oscuro. In questo
modo non vi è un unico climax ma molti punti di forte tensione. E’ motivo
interessante anche il contrasto tra l’ambiente dove si svolge la storia (un
paesino tranquillo della Lucania) e la turbolenza dei fatti, come pure il
contrasto tra le azioni crude del giallo e il maturare di delicati sentimenti
nell’animo dei personaggi.
Non voglio
entrare nel vivo del libro per lasciare intatto il suo mistero; posso solo
accennare che tutto inizia con il ritorno del protagonista (accompagnato da una
cara amica) a Tramutola, il paese lucano suddetto, che per lui rappresenta un
passato di ricordi vissuti assieme alla donna più importante della sua vita,
lasciata sei anni prima. Qui la ritroverà, anche sentimentalmente, ma i luoghi,
un tempo familiari, acquisteranno un altro valore e inizierà la serie dei
molteplici avvenimenti che lo travolgerà.
A chi
vorrà accostarsi al libro lascio il piacere di scoprirlo pagina dopo pagina e
chiudo esortando l’autore a continuare nella strada intrapresa.
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