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Epifania
Epifania
significa “manifestazione”, che nel messaggio cristiano corrisponde alla
presentazione del Salvatore al mondo, tramite i Re Magi, i “sapienti” che
provenivano dagli estremi confini della Terra abitata (ecumene) per portare i
“doni”. Ma quali doni ? La tradizione ce li tramanda materializzati (oro,
incenso e mirra) perché siano comprensibili all’uomo comune, ma non credo sia
proprio così. Potrebbe trattarsi anche di uno “scambio” : portare qualcosa e
ricevere qualcosa dal Salvatore. Altrimenti perché è nato? Questo evento segna,
comunque, il riferimento fra “il prima” e “il dopo”, fra l’Antico e il Nuovo
Testamento. Proviamo però ad allargare “questo evento” oltre la tradizione
giudaico-cristiana, estendendo questa “Manifestazione” all’intera umanità.
In Cina
questa “Epifania” si perde nella leggenda dei tempi e trova un punto di
riferimento nel mitico Imperatore Giallo (Huang-Di 2697-2597 a.c.), che per
primo diede al suo popolo gli insegnamenti raccolti nei testi antichi, fra cui
“il Libro dei Mutamenti” (Yijing). Il libro dei Riti è universale e spiega, ad
esempio, l’inchino (piena corrispondenza fra la bellezza della forma esteriore
con quella dell’intenzione interiore) perché “chi sa non dice e chi non sa
parla”. Il silenzio e il rispetto, (non il discorso spesso polemico), sono il
modello, cioè la via da seguire per “l’Uomo di Valore”, che come una cometa
appare per elevare l’Umanità, mentre quando scompare il mondo si contrae nella
barbarie. È questa la fondamentale legge dell’Universo, quella dello Yin e dello
Yang.
Anche in
Africa “nell’Antico Testamento” sono stati manifestati all’umanità i “doni”. Non
abbiamo i loro testi sacri e le documentazioni in nostro possesso sono parziali,
per cui poco sappiamo dei Dogon, popolo del Mali, dove è certo che la conoscenza
dell’Universo era notevole (conoscevano i pianeti prima che Galileo Galilei li
scoprisse con il suo cannocchiale) e la relazione “con gli Antenati” era la base
del loro sapere: questo rapporto (con gli extraterrestri?) è andato purtroppo
perduto. Anche in Egitto la “civiltà” ha raggiunto livelli sorprendenti, poi
tutto è stato sommerso da “un Diluvio Universale”. Ora sappiamo forse
abbastanza, grazie all’Archeologia e a personaggi come Giovanni Belzoni, che fra
l’altro il 10 ottobre 1817 ha scoperto la tomba del Faraone Ramesse I e il 16
ottobre 1817 quella del Faraone Sethi I, addirittura il 2 marzo 1818 è entrato
nella Piramide di Chefren violandone i segreti millenari, e aprendo la via al
recupero di un passato grandioso, che, tradotto in altri tempi, non può
conservare gli stessi significati.
L’Impero di
Roma, che ha dominato il mondo antico proprio al passaggio “fra il Vecchio e il
Nuovo Testamento”, ha cercato di espandere le sue conoscenze oltre “gli estremi
confini della Terra”. Ad ovest c’erano le invalicabili “Colonne d’Ercole”,
mentre a est si era già inoltrato Alessandro Magno fondando nuove colonie (Regno
greco-battriano in Afganistan) e diverse nuove città “Alessandria” arrivando
fino in India e a Samarcanda. I Romani cercarono di intessere buoni scambi
commerciali su quella che, molto più tardi, sarà chiamata “la Via della Seta”,
in una sete di Conoscenza che sembra abbia raggiunto la valle del Mekong e la
stessa Cina. Ma sono stati i cinesi a percorrere più spesso “la Rotta
dell’Ovest”, come è documentato nei loro Annali. Ad esempio l’Imperatore Wu-ti
(dinastia Han) diede incarichi di esplorazione a Chang Ch’ien (padre della Via
della Seta) nel I secolo avanti Cristo. Marco Licinio Crasso, triumviro di Roma,
non rimase insensibile a queste “visite”, allestendo una armata di 30000
soldati, che però venne clamorosamente sconfitta dai Parti a Carre nel 53 a.c.
(sorpresi dai vessilli di seta cinese e dalle armi in acciaio della Margiana,
una buona parte dei soldati romani vennero fatti prigionieri e venduti come
schiavi anche in Cina).
E che dire
del Nuovo Mondo con le civiltà Inca, Azteca e Maya distrutte dagli spagnoli (più
forti nelle armi e molto meno nel cervello)? I testi sacri (come Popol Wuh)
contenevano interessanti rivelazioni, o manifestazioni del sapere loro
tramandato. Ma da chi ? (umani o extraterrestri ?) Se ne accorsero i barbari
invasori che, temendo per la loro inferiorità culturale, pensarono (male) di
distruggere un inestimabile patrimonio dell’Umanità, portando però il calendario
Maya a Papa Gregorio, che fece la riforma del calendario con il nostro attuale
“gregoriano”.
Concludendo
l’Epifania, o manifestazione di qualcosa di nuovo da parte di qualcuno, è un
fenomeno planetario ricorrente che, oltre ai Tre Re Magi (Baldassarre,
Melchiorre e Gaspare, forse provenienti da India, Samarcanda e Mali), potrebbe
essere allargato a tanti altri nel bene e nel male. Come il dio-sovrano azteco
Quetzalcoatl, che parti dall’America verso il mare non facendo più ritorno; più
tardi Montezuma lo scambiò con lo spagnolo Cortes. Chissà quanti altri sono
stati portatori di messaggi nuovi, magari anche attraverso passaggi dolorosi,
per la evoluzione dell’Umanità. E che dire del Covid-19 che sta trasformando
“l’Uomo vecchio” in un “Uomo Nuovo”, proiettato a vivere un futuro tecnologico
sempre più virtuale che lo sta smaterializzando. Magari per materializzarlo in
una dimensione non più terrestre, ma spaziale ?
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