Ricordi di Guerra e di Prigionia di un Presidente di Sezione
Associazione Nazionale
Combattenti e Reduci
Sez. di Fontaniva (Padova)
Questo è il primo
libro scritto da Remo Michelazzo nel 2012, motivato dalla sua quasi
ventennale militanza nella sezione di Fontaniva (Padova) dell’Associazione
Nazionale Combattenti e Reduci, durante la quale aveva constatato che ogni
ex combattente e reduce ha “una storia da raccontare, che merita di essere
conosciuta come testimonianza del passato da tramandare alle future
generazioni”. Sono tutte esperienze di vita vissuta sulla propria pelle in
un contesto spesso drammatico; sono in fin dei conti un patrimonio storico
della nazione.
In
Ricordi di guerra
e prigionia di un Presidente di sezione, l’autore intervista il presidente
della sezione A.N.C.R. di Fontaniva Bertrando Manfio, classi 1921, caporale
di cavalleria che riferisce con lucida memoria episodi spesso curiosi e
inediti, come quando si trovò gomito a gomito con il Feldmaresciallo Erwin
Rommel sotto lo stesso autocarro per trovare riparo durante un attacco aereo
della R.A.F. inglese.
In questo libro
vengono rivelate situazioni contingenti che si sono verificate in
particolare nella guerra del Sahara, culminate nella storica e decisiva
battaglia di El Alamein (4-11-1942) con gli inglesi che impedirono alle
truppe italo-tedesche di raggiungere il Canale di Suez, punto strategico per
il controllo del Mediterraneo e tappa che fece da preludio al successivo
sbarco degli Alleati in Sicilia.
L’intervista di Remo
Michelazzo fa emergere la profonda umanità del soldato Manfio, prima
combattente con mansioni di collegamento e poi prigioniero disarmato e
propenso a instaurare forti legami di amicizia con persone vicine e lontane
che il destino gli ha fatto incontrare. E’ la storia di un ventenne che da
Fontaniva è stato catapultato in terra d’Africa per essere protagonista suo
malgrado in uno scenario strategico pilotato da “professionisti della
guerra”, quali Rommel e Montgomery, fra eventi spesso cangianti
all’improvviso per fattori ambientali ed emotivi, che hanno condizionato
tutti i protagonisti, sfociando talvolta in autentiche sorprese storiche
come l’occupazione di Marsa Matruh, progettata fra pareri discordati e il
rifiuto dell’aiuto di mezzi corazzati tedeschi, che determinarono i
successivi fallimenti. E così si può comprendere meglio il temerario e
logorante inseguimento del nemico da parte delle truppe italo-tedesche dopo
il successo di Tobruk, testardamente effettuato nonostante i rifornimenti
scarsi e le oggettive difficoltà logistiche, mentre gli inglesi rinforzavano
a El Alamein i loro reparti per la controffensiva decisiva.
Sono testimonianze
preziose quelle di Bertrando Manfio, corredate da altra documentazione, per
capire i dettagli di eventi che hanno svelato una storia già scritta che fra
i tanti aspetti delle variabili umane hanno costretto anche Rommel al
suicidio.
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