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Riflessione sul discorso di Martin Luther King
“Le dimensioni di una vita completa”

Martin
Luther King (Atlanta 15 gennaio 1929 - Memphis 4 aprile 1968) è stato un pastore
protestante, politico e attivista del movimento per i diritti civili degli
afroamericani. Leader carismatico, come Gandhi, della non violenza, ha ricevuto
il Premio Nobel per la Pace nel 1964.
Parte prima
Un uomo
chiamato Giovanni, molti secoli fa, nell’isola di Patmos vide la nuova
Gerusalemme che scendeva dal cielo. Questa città di Dio, descritta nel
ventunesimo capitolo dell’Apocalisse, era perfetta nella sua completezza avendo
lunghezza, larghezza e altezza uguali. Martin Luther King, nel suo discorso “Le
dimensioni di una vita completa” (agosto 1958), cala questa visione apocalittica
nell’esistenza umana. La lunghezza della vita non significa la sua durata, ma
l’interesse di ogni persona a sviluppare le proprie facoltà interiori, mentre la
sua larghezza è l’attenzione per il prossimo, l’altezza, infine, riguarda
l’estensione verso l’alto per arrivare a Dio.
“Ama te stesso in modo giusto” (rabbino Joshua Liebman)
perché se non abbiamo cura di noi stessi non possiamo preoccuparci adeguatamente
per gli altri. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è la dimensione
nobile della larghezza della vita, e qui Martin Luther King porta l’esempio del
malcapitato viandante pestato dai ladroni sulla pericolosa strada per Gerico: il
sacerdote e il levita lo videro, ma ebbero paura di essere pestati anche loro e
non si fermarono, mentre il buon samaritano non ebbe paura, si fermò e si prese
cura del malcapitato. Ci vuole coraggio per staccarsi dalla terra e provare a
volare verso il cielo: “Vinci la paura !“. Attualizzando la parabola del
Vangelo, King ricorda che “siamo tutti interdipendenti” e nessuno può
salvarsi da solo. La terza dimensione completa e dà significato alle prime due,
ma purtroppo oggi “siamo talmente presi dalle cose di questo mondo” che
vediamo solo quelle, invece ci sono anche e soprattutto quelle invisibili. “Vedete
il mio corpo”, precisa Martin, e mi riconoscete, “ma non vedete quella
parte di me che mi rende me stesso, la mia personalità”. Diceva bene
Platone: “Il visibile è un’ombra proiettata dall’invisibile”. Tendere al
cielo verso Dio significa comprendere il senso dell’esistenza terrena: “Ama
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente” è
l’altezza di una vita completa.
Parte seconda: La Piramide perfetta
Come per Giovanni la nuova Gerusalemme ha le tre dimensioni
uguali, così anche per Martin Luther King la vita completa ha lunghezza,
larghezza e altezza uguali. Vediamo adesso la piramide perfetta che rappresenta
l’esistenza di ciascuno.
Il punto di partenza della vita terrena è la nascita, di cui
ogni vivente conosce giorno, mese e anno. Da questo punto partono due semirette,
la lunghezza e la larghezza, che formano il piano terreno (base), mentre una
retta intersecando il punto della nascita, oltre a dare origine alla vita
terrena, si eleva obliqua in altezza verso il cielo (N.B. da non confondere con
l’altezza della figura geometrica della piramide, che cade perpendicolare a
90°). Nella dimensione completa il punto della nascita forma così tre angoli
uguali. Le due semirette della lunghezza e della larghezza dal punto della
nascita continuano fino a due punti indefiniti (ogni persona ha la sua durata
della vita terrena) chiamati morte, mentre una retta invisibile unisce i due
punti chiamati morte (limite dell’aldilà). La retta dell’altezza (spigolo), dal
punto della nascita, fino a uguale distanza delle altre due semirette (lunghezza
e larghezza), scende e si congiunge con i due punti chiamati morte, tramite due
segmenti invisibili (spigoli). Si formano così quattro facce, o triangoli
equilateri, che formano una piramide perfetta: il piano terreno (faccia di
base), delimitato dalla lunghezza e dalla larghezza, con le due facce
ascensionali dello spigolo-altezza (una con la lunghezza e l’altra con la
larghezza), hanno due lati visibili e un lato invisibile, mentre la quarta
faccia, quella formata dal lato dei due punti chiamati morte e dai due segmenti
(spigoli) che scendono dall’altezza, è una faccia completamente invisibile.
La
forma della piramide è perfetta ed uguale per tutti con quattro facce a
triangolo equilatero, mentre variano il volume (in base alla durata della vita
fino ai due punti della lunghezza e della larghezza chiamati morte) e la
sostanza delle facce per ciascuno (a seconda di chi ha maggiore intensità verso
se stesso, verso il prossimo o verso le cose del cielo). Durante il
pellegrinaggio terreno si possono vedere le cose entro le semirette della
lunghezza e della larghezza (piano terreno), mentre nella dimensione
dell’altezza si possono contemplare le cose del cielo. Dopo la cosiddetta morte,
nella quarta faccia della piramide perfetta, si possono vedere le cose
invisibili dell’aldilà. O meglio ci si trova in “cieli nuovi e terra nuova”,
come ho descritto nel brano “La luce della Luna” del libro “Il Nulla e il
Tutto”, prima ristampa novembre 2010 : “.. benvenuti in Cieli nuovi e Terra
nuova, qui le cose di prima non sono andate distrutte, ma sono state trasformate
dal Figlio a vita nuova. Qui siete nella dimensione perfetta dove non esiste il
peccato. … Siete uomini nuovi e vivete nella completezza di Figli del Padre
Onnipotente”. “Effettivamente mi accorgo che … non ho più bisogno dei linguaggi
delle parole, ma trasmetto e recepisco i messaggi con la forza del pensiero,
senza attriti o malintesi. E’ lo Spirito che comunica, la mia volontà coincide
con l’Essere”. “Ora mi trovo nel Regno della Pace in comunione perfetta con il
Creatore e con l’intero Creato … Qui la domanda e la risposta sono una cosa
sola: constatazione, cioè stare in comunione con l’Essere”. “Il tempo e lo
spazio (Divenire) che mi tenevano prigioniero (sulla Terra) qui non esistono:
passato, presente e futuro sono una cosa sola”. Completezza del principio e
della fine, l’alfa che comprende l’omega.
Parte terza: Simbologie
Le piramidi presso diverse civiltà (degli antichi Egizi e dei
Maya ad esempio) materializzavano l’ascesa al cielo, unendo l’umano al divino,
con forti significati religiosi legati all’aldilà, a seconda delle credenze. A
differenza della Piramide perfetta (lunghezza, larghezza e altezza uguali), le
piramidi di questi popoli non sono a base triangolare, ma di solito
quadrangolare.
Il numero tre per molti rappresenta la perfezione, celebrata
anche dal sommo poeta Dante Alighieri. La Trinità è la massima espressione del
mistero della fecondazione e dell’origine della vita: il padre (sole), la madre
(terra), il figlio (frutto, natura). La Santissima Trinità, una e trina,
rappresenta la completezza dall’alfa all’omega, dove il Figlio (lunghezza)
consente all’umanità di conoscere se stessa e la verità, ciò avviene nel
rapporto con gli altri attraverso lo Spirito Santo (larghezza) per arrivare al
Padre (altezza) che completa e rivela il significato dell’esistenza. Il Figlio è
il mistero che si fa visibile (conoscibile) e attraverso lo Spirito Santo
conduce alla conoscenza del Padre invisibile.
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