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Nell'odierno panorama della narrativa, non solo italiana, sempre più
schematicamente obbediente a tipologie rigide, con dosi calibrate di ingredienti
a seconda dei modelli scelti (fantasy, thriller, erotico, horror, ecc.), questo
libro di racconti appare desueto e innovativo insieme.
Il genere letterario del
racconto vanta un'illustre tradizione, anzi il primo libro della narrativa
occidentale, “Le storie” di Erodoto, intreccia affascinanti racconti all'interno
del tessuto connettivo della trattazione storica o di costume, e la narrativa
italiana o inglese del Trecento esordisce con due capolavori, il “Decameron” di
Boccaccio e “The Canterbury Tales” di Chaucer, che sono dichiaratamente una
raccolta di novelle o racconti. Dopo gli ultimi brillanti esiti nell'Ottocento e
nella prima metà del Novecento, il racconto gode oggi di scarso successo, con
rare, preziose eccezioni.
In questo volume, arricchito dalle illustrazioni
grafiche di Vico Calabrò, si narrano dieci storie ambientate nella realtà di
oggi, ma con una penna e una concezione di sapore antico. Torna alla mente quel
che Verdi scriveva ad Arrigo Boito in una celebre lettera, in cui raccomandava
al giovane poeta e musicista, padovano di nascita, di studiare i modelli dei
grandi del passato (Palestrina, Monteverdi, ecc.), per poter progredire e
innovare: “Torniamo all'antico” era il suggerimento “e sarà sempre un
progresso”.
La Ugento si inserisce nel solco della tradizione narrando storie
legate da un unico filo conduttore, l'amore, analizzato nelle più varie
accezioni e sfumature. Trame e personaggi, di età, formazione, ambientazione e
cultura diversi, sorprendono per felicità d'invenzione, approfondimento
psicologico, finezza di stile. Pochi tratti, poche pagine bastano per catturare
il lettore, coinvolgerlo, emozionarlo. Talvolta il finale è aperto e il lettore
è chiamato alla responsabilità di pensare all'esito possibile della vicenda.
Mai
una caduta nella volgarità pretenziosa del linguaggio scurrile o nella moda di
sconcertare con l'esibizione di scene crude, scioccanti: un perfetto equilibrio
compositivo, che risponde alla ricchezza del mondo interiore e poetico di Maria
Rosa Ugento, giornalista, scrittrice e poetessa di origini leccesi, che da molti
anni risiede e lavora a Padova e che per i suoi meriti nei riguardi della città
è stata insignita dell'ambito riconoscimento di padovana eccellente.
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Recensione |
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