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La quercia delle gazze

Sillabazione fonica

Lo scatto delle prospettive diacroniche, i sedimenti del mito affioranti da un koinč culturale ineludibile, i brandelli d’insigni formulazioni di poesia antica, e insieme le presenti realtą del paesaggio e degli uomini che lo interpungono – vecchie miserabili rughe o spettrali vittime brancolanti – danno qui alla dilatata luce greca, ai campi marini, ai toponimi illustri il colore e il sapore d’una desolazione esemplare. La frana dell’uomo e del mondo č, al di lą delle misure temporali e spaziali, ma s’individua in puntuali riscontri allusivi e visivi. I tenaci ammanti del classicismo, corrosi a tratti da truci graffi di scherno o ribaltati in specchi aggriccianti, cedono a un’esperienza scabra, la cui autenticitą trascende scontate eversioni polemiche, ponendosi con la diretta impaviditą d’una testimonianza necessitata.

La denunciata umiltą dell’approccio non esclude il piglio rigoroso dell’autocoscienza, l’autonomo spicco d’un’originalitą senza confronti vistosi nell’intensa qualitą delle emozioni e nelle tonalitą e torniture dei modi. Cosģ la testimonianza, esistenzialmente e linguisticamente determinata, varca l’ambito odierno dell’operazione lirica, assumendo un volto di profetica perennitą, mentre nel volto della Grecia s’incarna la disfatta eroica, la cupa persistenza della vanitą corposa, della saggia follia, dello squallore imponente, della parola precaria e assoluta. Permeazione d’oggetto e soggetto, e insieme di poesia "donata" e poesia "calcolata".

Il materiale lessicale č granito di sostrati culturali; la sintassi č qua e lą violentata in genitivi ardimentosi o nella catacresi delle reggenze o dei "generi" del verbo. Eluso in frantumazioni l’elemento canto, il discorso conosce qualche secca e stridore; l’aggettivazione, assai ricca, ha una pertinenza rivelatrice, e la scansione ungarettiana si pone come una istanza di sillabazione fonica.

Questa lettura della Grecia e dell’uomo in La quercia delle gazze incute rispetto. Smuove voci impietrate, pensieri insepolti, ipotesi immortali. Grazie.

Recensione
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