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Eguale scioltezza e profondità di visione, sia per
il primo libro (poesie) che
per le novelle del secondo testo. Un'accoppiata gradevole che ci presenta
un'autrice che conosce motto bene i "fondamentali", sia in prosa che in versi.
Ritmo e potenza d' immagine pervadono la silloge. Basti leggere questo esordio
in "Di nuovo inverno": «Come corre il dolore | fra i boschi graffiati dal vento
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asciutto che screpola casali | canuti di
prima neve | e da cortile a cortile | insegue rare foglie e rami | aguzzi fino
alla frontiera (...)». Natura, memoria, affetti, pensieri in ascesa, sono gli
ingredienti di sempre della poesia, che in questa "ricetta" sono veramente ben
calibrati.
Nei racconti rimane
la capacita di "trasfigurare" la realtà., con un mestiere non da poco, che si
estrinseca in brevi narrazioni colme di pathos e colpi di scena, una narrativa
fantastica con una sottile venatura "horror", che non si affida al grand guignol,
ma piuttosto a quel "terrore cerebrale" di cui fu maestro Edgar Allan Poe.
Esemplare in tal senso il racconto
"Ragno", mentre nel racconto iniziale l'effetto di terrore viene creato facendo
risvegliare il passeggero di un aereo nel velivolo completamente deserto, i
compagni di viaggio spariti... Nel complesso due prove d' autore che raro
incontrare.
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Recensione |
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